Fin troppe volte, in maniera peraltro ampiamente giustificata dai fatti contingenti, abbiamo lamentato la mancanza di fantasia nella musica
rock contemporanea, troppo legata alla tradizione e al riciclaggio di suoni “già sentiti”.
La speranza, ora, è che quando s’incontra sulla propria strada un gruppo dotato dei mezzi necessari per modificare questo stato di cose, non si finisca per sottovalutarlo, per “pigrizia”, superficialità o, ancora peggio, perché si è affetti da cronica esterofilia.
I
Be The Wolf sono una formazione torinese che fa della versatilità espressiva il suo credo e che, giunta al terzo albo, ratifica la ferma volontà di non adeguarsi agli stereotipi imperanti e di non “ripetersi”, attingendo a una ricca e variegata cultura musicale.
In questo modo, se in passato
hard-rock,
pop,
funk e
blues erano già stati frullati e restituiti all’astante con inusitata freschezza, in “
Empress” un medesimo trattamento viene applicato anche all’
heavy metal, che in questo modo diventa un elemento importante dell’appassionante crogiolo musicale.
La verità è che, indipendentemente da mere questioni stilistiche, i piemontesi sanno scrivere benissimo i loro pezzi e li interpretano con energia e intensità, realizzando l’ennesimo prodotto di notevole livello, potente, estroso e coinvolgente come pochi negli ultimi tempi.
Così, capita che l’anfetaminica vena aggressiva, benché sempre attenta alla melodia, di “
Burn me out” si alterni alle digressioni elettroniche di “
Action” (un brano dal
groove imperioso, degno degli ultimi The Black Keys ...), per poi lasciare che sia il clima enfatico di “
Stallone” a fare proseliti tra i fans del
power privi di paraocchi.
“
Thousand years” ammicca nella costruzione armonica e seduce con un contagioso
refrain, “
You’re my demon tonight” e “
All days I missed” hanno le caratteristiche di efficaci
anthem da concerto e “
Move it” si offre all’ascoltatore con le sembianze di un disinvolto episodio di
heavy n’ roll.
In “
Here and now” la componente metallica del
sound sembra prendere il sopravvento, “
Trigger discipline” è un
hard n’ heavy sincopato e coinvolgente, mentre ”
Jungle Julia II” cita il personaggio
Tarantiniano in un pezzo edificato su un’intensa e ammaliante impalcatura sonica.
Con “
Empress” i
Be The Wolf dimostrano di poter tranquillamente frequentare i quartieri alti del
rock internazionale, lasciandosi alle spalle tanti
cliché e qualche pregiudizio … come se non bastasse, stavolta il disco ha anche una bella
cover … non ci sono scuse ... supportarli è un “imperativo”.
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