Prima focalizzare tutte le idee sul basso, poi il resto: questa la filosofia giustamente egoistica del nuovo project di Rob Van der Loo (Sun Caged, nel 2002 il primo ep strumentale "Six arms") ispirato a personaggi che si trovano a dover affrontare le proprie frustrazioni, ognuna caratterizzata da un diverso stile musicale. Un calderone in cui finiscono, ispirandosi sia a Frank Zappa che al più moderno ed aggressivo Devin Townsend, generi come il death metal, jazz, fusion, blues, melodic rock, tra soluzioni bizzarre come parti vocali distorte, rumori ed effetti che si spostano da destra a sinistra, accenni di prog metal garantiti dalla presenza alle tastiere di Joost Van Der Broek (ex Sun Caged e ospite del cast di Star One, ora in pianta stabile negli After Forever), ma tutta l'attenzione sui brani è rivolta al lavoro di Van Der Loo, che suona diversi tipi di basso aiutato in pianta stabile solo dal drummer Roel Van Helden (Sun Caged, Delphian) che fa di tutto per non tradire la sua chiara estrazione jazz (diploma al conservatorio di Tillburg) che esce fuori principalmente nella strumentale "Downtown". Il caos strutturale di certi brani raggiunge il suo apice in "Bulldozer blues" (brutal metal misto al prog e allo stile di Satriani e Vai) e "Java" (ancora slanci aggressivi con growls alternati a fusion e prog metal), mentre ben riuscito è il funky jazz strumentale di "Cafe supreme" e i 13 minuti del brano dalla matrice più prog e melodica in cui vengono fuori alcuni tratti tipici del sound dei Sun Caged adattati all'atmosfera di "Character" ("Absence"). Molti gli ospiti: Steve Di Giorgio (Death, Testament)e Sean Malone (Gordian Knot) al basso, Marcel Coenen (Sun Caged) e James Murphy (Death, Testament) alla chitarra, come cantanti Andre Vuurboom (ex Sun Caged), Arjen Lucassen in "I understand", brano in cui la sua voce piena di effetti (vocoder) cerca di farsi strada tra il suono martellante della drum machine, last but not least Irene Jansen, alla cui voce intensa ed evocativa è affidata la sofficità di "Beyond the garden", accompagnata solo da chitarre acustiche che ricamano sottili intrecci rinascimentali e barocchi. Se vi piace il metal sperimentale e tecnico aperto ad ogni tipo di soluzioni fatevi pure avanti, il basso dei paesi bassi è quello che fa per voi.
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