Dobbiamo ammetterlo: noi italiani ci lamentiamo di continuo.
Del caldo torrido estivo, del gelo invernale, di qualsiasi governo e, anche, dei nostri artisti. Sono trascorsi vent’anni da quando i
Lacuna Coil pubblicavano su Century Media (primo gruppo italiano a firmare con la rinomata etichetta tedesca) il loro mini album eponimo. L’abbandono di
Raffale Zagaria e Claudio Leo (fondatori dei magnifici
Cayne), gli album seguenti e poi lo stato di grazia con “
Comalies” e “
Karmacode”, due lavori (in particolare il primo) che, nel bene e nel male, hanno reso la band milanese addirittura alfieri di quel gothic-metal moderno, va bene anche alternative, che oltre ad aver fatto scuola, ha conquistato fan da tutto il pianeta. Ne sono prova gli svariati tour gremiti di pubblico e le scalate in classifica. Nonostante ciò, a molte persone solo il monicker dei milanesi all’orecchio fa venire l’orticaria. Se da decenni il pubblico metal non chiedeva altro che il proprio genere preferito diventasse più popolare anche tra i media, tutti si sono schierati contro la presenza di
Cristina Scabbia a The Voice, o altre cose (una sua partecipazione a Sanremo con Rezophonic, se non altro, come un documentario su Sky Arte). È venuto il momento di fare pace con noi stessi e ammettere che il contributo dei Lacuna Coil è stato grandioso, almeno per chi segue la band dai suoi esordi o chi continua a comprare i loro dischi. Chi scrive non ha trovato lampi di genio negli ultimi quattro lavori, di cui “
Delirium” è forse quello un po’ più degno di nota qualitativa.
Questa nuova uscita per in DVD/Blu Ray e doppio audio cd è il regalo più bello che la band potesse mai fare per chi ha intravisto nei nostrani una realtà che merita il suo spazio, lontano da invidie o oltranzismi. Queste impeccabili registrazioni ritraggono la band al concerto celebrativo del ventennale di carriera in quel di Londra, allo 02 Forum. Per l’occasione la band non ha badato a spese, e ha arricchito lo show con costumi, scenografia tra il goth e il burlesque, ma è la prova musicale dei cinque la vera protagonista. In più di due ore di esibizione troviamo le più grandi canzoni della band (i brani storici di “Comalies”, “Karmacode” e “Delirium”, ma anche gioielli storici come “
My Wings”, “
When A Dead Man Walks” o “
Senzafine”, impossibile da non amare), raggiungendo picchi di grande emozione (“
One Cold Day”, la dedica a Claudio Leo, purtroppo scomparso pochi anni addietro), l’encore pianistico di “
Falling” e “
Wide Awake”), il saluto finale. Esibizione impeccabile, suoni perfetti, grande tenuta di palco. Il 19 gennaio (1.19 del titolo) una grande band italiana ha dimostrato in una delle capitali mondiali della musica rock di non essere meno a nessuno, e di esser rimasti sempre fedeli a chi più loro importa: non chi polemizza, ma i loro fan. Quelli veri, che
sono molti. Tenendo conto anche delle superlative confezioni e delle foto contenute nel booklet, quest’uscita va assolutamente presa in considerazione. Un documento storico di una band italiana di cui dovremmo sempre essere fieri.