In questo 2018 che volge al termine non poteva mancare l'uscita di uno dei gruppi più prolifici dell'ultimo quarto di secolo ed infatti, pubblicato dalla ormai storica label
AFM Records, ecco il 13esimo (tredicesimo!!!) lavoro sulla lunga distanza dei tedeschi
Suidakra.
Vi risparmio la trita e ritrita storia sull'origine del nome della band: se non la conoscete divertitevi a giocare con il nome di battesimo del fondatore -ed unico membro superstite
Arkadius "Akki" Antonik.
Contrariamente alle mie abitudini di vecchietto ormai pronto per i cantieri, ho letto il flyer di presentazione di "
Cimbric Yarns" prima di cimentarmi con l'ascolto e - fossi stato furbo- avrei dovuto sentire immediatamente puzza di bruciato, i prodromi erano chiaramente visibili:
1) lo stravolgimento pressochè totale della lineup, in cui sopravvive solamente il nostro
Akki2) la presenza di un consistente numero di guests, sia come vocals che come musicisti dediti a strumenti decisamente poco "metallici": viola, violino e flauto
ma SOPRATTUTTO
3)"
Instead of their characteristic bombastic melodic death metal, the musicians impress with an acoustic, ambient masterpiece that takes the audience into a mystical land far before time": se le coordinate che hanno guidato una band per quasi un quarto di secolo cambiano in modo così radicale dopo un album "fiacco" (è quasi Natale: in altri periodi avrei detto "brutto) come il penultimo "
Realms of Odoric" la fregatura è dietro l'angolo.
E l'ascolto ahimè ha confermato i miei timori: intendiamoci, la componente folk ed acustica in qualche modo ha sempre fatto parte del sound dei nostri, ma in "
Cimbric Yarns" ne è l'unica dimensione.
Le 10 tracce dell'album -che fortunatamente è di durata contenuta, arrivando a 40 minuti scarsi- narrano una sorta di prequel ai fatti di "
Realms of..." e raccontano la fiorente ed avanzata civiltà vissuta migliaia di anni prima di Odorico e della grande catastrofe cosmica che la ha spazzata via, con particolare attenzione alle gesta dei personaggi principali Cruàc, Arma ed Aenea.
Tutti i brani, accompagnati a volte da orchestrazioni ridondanti, trame disegnate dagli archi e dai fiati e partiture esclusivamente acustiche in cui le voci di
Antonik e degli ospiti
Marcel Schoenen,
Mathias Zimmer,
Sascha Aßbach e
Tina Stabel la fanno da padrone, esprimono perfettamente il mood folk che i
Suidakra hanno voluto dare al disco ma finiscono per annoiare ben presto per la loro sostanziale uniformità.
Già in passato la band è arrivata ad un passo dal capolavoro ("
Book of Dowth" e "
Caledonia" sono bellissimi dischi) mancando però del colpo da maestro, quel guizzo che avrebbe potuto dare loro la spinta decisiva: e "
Cimbric Yarns" purtroppo non fa eccezione.
Temo che questa inversione di rotta - che spero non sia stata fatta per allargare la loro fanbase - possa sortire l'effetto opposto a quello sperato, facendo allontanare anche i fans più affezionati.
Conoscendo la frenetica attività di
Antonik non penso dovremo attendere molto per scoprirlo.
Suidakra - "
Cimbric Yarns"(full album)
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