Nessun progresso da registrare per i Wolfcry rispetto al precedente "Nightbreed", anzi, i tentativi del gruppo greco di apportare qualche novità al proprio Power Metal vanno decisamente a vuoto. In quest'ottica va probabilmente visto l'ingresso in formazione di un secondo chitarrista e sopratutto di Nick Zanninello alle tastiere. Alla voce troviamo ancora Costas Hatzigeorgiou, che si ripropone nella stessa prestazione altalenante del precedente lavoro, così quando affronta i passaggi più melodici, palesa non poche difficoltà.
Non sono tuttavia solo le prestazioni individuali a mettere alla corda "Warfair". E' difficile pensare di salvare un brano anonimo come "Hesitant Gathering" con un refrain in growl o piazzando dei ricami di tastiere che nelle intenzioni dovrebbero essere atmosferici. Oppure sinfonici ed epici, come quelli che aprono la seguente "Honored Expedition", che mette ben in evidenza i limiti del vocalist. Le cose vanno un po' meglio prima con "The Mirror Mask", inizialmente veloce poi aperta a soluzioni che tendono al Prog Metal, e quindi sulla speedy ed aggressiva "On The Edge". Si torna però nel baratro con la ballad "The Pledge": un elogio alla banalità. Nel finale ecco gli episodi più aggressivi del disco, una massiccia "6 Must Die" ed infine la brutta cover di quello che è stato uno dei maggiori successi degli O.M.D. negli anni '80: "Enola Gay", ai suoi tempi un bel pezzo (ovviamente per il suo genere) ma qui davvero maltrattato.
Al terzo disco, la situazione per i Wolfcry non è sicuramente delle migliori.
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