Tamarri quanto basta, True epic metal defenders of steel, Kings of metal, Sons of Odin, Warriors Valkyrie Valhalla, Odino, drago infuocato, unicorno, mio mini pony e chi più ne ha più ne metta.
Devo ammetterlo, al primo impatto mi son chiesto cosa fosse questa roba, la mia perplessità nasceva dal fatto che tutto sembra già sentito nulla di nuovo, ma non è così.
Questi sono i
Brothers of Metal il cui nome è già di per sé un
incipit di ciò che stiamo per ascoltare.
La band nasce in Svezia ed è formata da ben otto elementi:
Emil Wärmedal[I], bass
[I]Dawid Grahn[I], guitars
[I]Pähr Nilsson[I], guitars
[I]Mikael Fehrm[I], guitars
[I]Ylva Eriksson[I], vocals
[I]Joakim Lindbäck Eriksson[I], vocals
[I]Johan Johansson[I], drums
[I]Mats Nilsson[I], vocals
per la serie: [I]“Melius est abundare quam deficere”.
Il rischio che possano stancare e finire nel dimenticatoio dopo qualche mese è concreto, già in passato altre band hanno cercato di proclamarsi eredi dei
Manowar, ma fino ad oggi nessuno è riuscito in questa impresa, neanche gli “amici”
Majesty, che promettevano bene.
Eppure nei guerrieri scandinavi c’è qualcosa difficile da spiegare, sarà forse l’attitudine da
true defenders of metal “made in Manowar" elevata all'ennesima potenza o più semplicemente, che alcuni pezzi presenti in
Prophecy of Ragnarök sono davvero gloriosi, sta di fatto che i
Brothers of Metal hanno costruito mattone su mattone un album sontuoso in cui nulla sembra lasciato al caso, compreso il glorioso artwork che mostra in primo piano un guerriero ascendere dalla terra pronto al combattimento.
[Mode esaltazione True Metal Defender ON]
La battaglia finale tra le potenze della luce e delle tenebre può avere inizio.
“The Death of the God of Light”Si parte subito forte con questo brano che rappresenta in modo chiaro se ancora non fosse chiaro, quale sia lo spirito dei
Brothers of Metal
“Son of Odin”
La prima Ode agli Dei del Valhalla, un tributo ad Odino sotto forma musicale, che rispetto al precedente episodio ha dei tempi più lenti, per culminare in un finale mistico rivolgendosi ad Odino.
“Prophecy of Ragnarök”
Doppia cassa ruleggiante, solito intreccio di voci, l'attitudine manco a dirlo è sempre
"toghether we fight", questo è anche primo brano in cui ad essere in primo piano è la voce della "Valkiria", con un sound più "cattivo" a discapito della melodia.
Il primo trittico è andato, e nonostante si posa già parlare di un buon album, la sensazione è che i nostri guerrieri stiano viaggiando ancora col freno a mano inserito.
“Defenders of Valhalla”
Qui siamo al cospetto di qualcosa di imprevedibile.
Intro
medievaleggiante, grida che promettono battaglia, brano che parte col piglio giusto in un'eroica alternanza di cori epici e una perfetta alchimia fra voci pulite e voci più "rudi".
Il momento della "preparazione" al ritornello coglie impreparato l'ascoltatore che probabilmente deve ancora capire dove si trova, risposta che arriva immediata con un glorioso refrain non lascia scampo!
Epico ma con una velata impronta
"happy", talmente semplice e immediato che già al secondo refrain le corna si alzano al cielo e l'headbanging prende il sopravvento.
Champions
Defenders of Valhalla, with glory we ride
Together, side by side
We strike down on evil with our all might
Guardians of light
With hammers of justice we will win the fight
Brothers and sisters unite
We will rise!
Credo che i "maestri" sarebbero certamente orgogliosi di queste parole, anzi ho come la sensazione che
DeMaio pagherebbe anche qualche dollaro per far sua questa canzone.
“Concerning Norns”
Breve intermezzo narrato, dedicato allo
Yggdrasill, che ovviamente fa da prologo al prossimo episodio,
“Yggdrasil” dedicato all'albero del mondo, fonte della vita, del sapere, da sempre all'origine della sapienza di Odino.
Musicalmente non c'è nulla da dire, brano impeccabile, coinvolgente, epico, ma... i più attenti non potranno fare a meno di non notare al momento dello splendido refrain una certa somiglianza (così per dire) coi connazionali
HammerFall.
Provate a sentire il ritornello di
"Templars of Steel" e confrontatelo con questo.
Ovviamente sarà solo una coincidenza, diciamo un errore di gioventù , ma attenzione a questi dettagli.
Proseguendo lungo il cammino poteva certo mancare la dovuta celebrazione al Dio della guerra?
“Tyr” è la canzone meno diretta ascoltata fino a questo punto infatti mentre la si ascolta si ha ancora nella testa il refrain di
“Yggdrasil”, tuttavia nel contesto dell'intero
Songwriting di
Prophecy of Ragnarök è un passaggio fondamentale.
Con
“Siblings of Metal” invece,
"An epic journey begins" tornando a martellare in maniera decisa.
Poco più di tre minuti che scivolano via e senza rendercene conto ci si imbatte nella battagliera
“Gods of War”.
La voce della "Valkiria" in primo piano e i cori epici presenti in questo brano rendono l'atmosfera in cui ci siamo immersi dal'inizio di
Prophecy of Ragnarök ancora più gloriosa.
“Freya” merita un
mood più seducente che puntualmente ritroviamo nel refrain, il pezzo è il più sobrio incontrato fino ad ora, mentre la successiva
“The Mead Song” cambia totalmente strada, abbandonando melodia a favore di un parziale cambio di rotta verso sonorità più “dure”.
Tutto molto interessante ma che fine hanno fatto i
Brothers of Metal carichi ed eroici?
La risposta si chiama
“Sleipnir” con cui la band svedese torna a “cavalcare” (è proprio il caso di dirlo) sentieri eroici, doppia cassa modalità elicottero e un ritornello che nella sua semplicità risulta gradevole ed essenziale.
Siamo ormai giunti in dirittura d’arrivo e più scontato di un panettone all'Esselunga in febbraio arriva anche il tributo ai maestri newyorkesi.
In
“Fire Blood and Steel” viene rispettato alla lettere il cliché del
“Death to False Metal”.
Attenzione però, per potersi auto proclamare “Kings of Metal” la band di
Birka deve percorrere ancora parecchia strada, meglio dunque non farlo sapere ai
Manowar per ora.
L’inno conclusivo si chiama
“We Believe in Metal”, ed è proprio di un vero canto di lode all’Heavy Metal.
Del resto roba del tipo:
United in battle we reach for the sky
We believe in metal
non può che fomentare chi sta ascoltando col serio pericolo di innescare un pogo distruttivo ovunque ci si trovi.
[Mode esaltazione True Metal Defender OFF]
Sono passati poco più di
50 minuti al termine dei quali a qualcuno potrebbe restare il dubbio se trovarsi di fronte da una band geniale o qualcosa di illusorio.
Un breve inciso rivolto agli appassionati di mitologia norrena.
Non vi è dubbio che i
Brothers of Metal oltre ad essere dei musicisti preparati, dispongono di un bagaglio culturale non indifferente, riuscendo ad amalgamare in una perfetta simbiosi, studiata e ragionata, testi che parlano di Mitologia scandinava e altri più scanzonati che vogliono
solo rendere omaggio all’Heavy Metal, rendendo questo album interessante non solo dal punto di vista musicale ma anche e soprattutto per i temi trattati.
La sensazione è che la band si diverta senza prendersi troppo sul serio, ma fa divertire in modo serio.
Io preferisco aspettare almeno un altro album prima di dare giudizi definitivi, al momento però non posso negare che l’esaltazione da
Defender ha colto anche me, specie in alcuni pezzi che dal vivo potrebbero davvero fare la differenza.
We are the sons of Odin
Kings of heavy metal
We’re brave, we raid, we’re madmen
Brothers of heavy metal
(Guardians of war)