Non è solo musica... Sono tanti gli elementi che riecheggiano tra le note dei
Tusmørke, la band norvegese nota per il suo peculiare progressive folk.
Nei Tusmørke c'è la luce, quella di un pallido sole sospeso in un tempo indefinito tra alba e tramonto, c'è la natura, selvaggia, incontaminata, ostile e bellissima, c'è la mitologia, densa di strane e misteriose creature e ci sono le tradizioni di un popolo ai margini ma fiero, che nel suo isolamento rafforza e ritrova la propria identità.
Attiva sin dal 1994 la band norvegese ha una lunga storia alle spalle, fatta anche di cambi di monicker, definendo la loro direzione in una proposta musicale che assorbe e riverbera tanto delle atmosfere, delle tradizioni e dello spirito della loro terra.
Osloborgerlig Tusmørke: Vardoger og Utburder vol. 1, che segue di pochi mesi il full-length
Fjernsyn i Farver, sempre pubblicato nel 2018, è in realtà una raccolta di curiosità, inediti e demo, tutto materiale che non ha trovato spazio nei seppur numerosi album pubblicati in precedenza.
La natura eclettica di questo materiale potrebbe correre il rischio di risultare poco omogenea in una raccolta, ma i Tusmørke hanno trovato un filo conduttore relativo ai testi, tutti dedicati alla mitologia della città di Oslo, conferendo dunque all'album lo status di concept.
In
Osloborgerlig Tusmoørke: Vardoger og Utburder si ritrovano tutti gli elementi caratteristici della band, che si muove su un progressive folk dal sapore fortemente anni '70, arricchito dall'uso di strumenti tradizionali. Si tratta però di un progressive dalle tonalità delicate e melodiche, non volto a sperimentazioni acide o estreme.
Il primo brano,
Skattegravere i Grefsenåsen, è un pezzo prettamente folk tradizionale, con percussioni, violini, flauti e scacciapensieri, che se il nome potrebbe risultare troppo legato ad un'identità siciliana, chiamiamolo pure jew's harp, strumento armonico in realtà in uso da secoli nella tradizione norvegese.
Gamle Oslo è invece incentrata su tonalità essenzialmente elettroniche toccando atmosfere più cupe e oscure. È un pezzo scarno, fatto solo di synth e voce. Gli altri brani che completano il full-length su muovono su una musicalità squisitamente anni '70 con un ottimo lavoro alle tastiere e ai flauti che strutturano armoniosamente tutti i brani. Si tratta davvero di una musica senza tempo, un po' come la band, sospesa in uno spazio indefinito dell'oggi e dello ieri.
Tusmørke significa crepuscolo. Lingua ostica il norvegese, eppure di una poetica sonorità. Proprio come la musica di questa band.
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