Che gli
State of Salazar fossero “predestinati” ad ambire al trono di categoria si era già capito fin dal loro
Ep “
Lost my way”, con il primo
full-length “
All the way” che confermava ampiamente tale allettante prospettiva.
Ovviamente la “categoria” di cui stiamo parlando è quella dell’
AOR più sofisticato e vellutato, figlio di Toto, Survivor, Michael Thompson Band e
David Roberts e riuscire anche solo ad avvicinarsi a questi “mostri sacri” è, per un gruppo emergente, sicuramente un’impresa improba, complicata da un pubblico specializzato assai esigente e un po’ troppo spesso eccessivamente legato alla storia del genere.
Profondamente influenzati dai “classici”, gli svedesi escono dalla disfida da trionfatori grazie alla sensibilità espressiva che possiedono in quantità esorbitante, sostenuta da un
songwriting di grande livello, capace di secernere una maliosa sequenza di fascinose strutture armoniche, appassionanti e coinvolgenti nonostante l’evidente retaggio ispirativo.
Il nuovo “
Superhero” (curiosa la similitudine della sua
cover con quella dell’ultimo lavoro dei Treat …) si rivela la degna prosecuzione di un percorso artistico straordinariamente curato ed emozionante, in cui tutti gli elementi, compresa la regia del suono, s’incastonano in maniera precisa e meticolosa, a realizzare una “presa emotiva” piena e appagante, nonostante la palese “familiarità” delle scelte stilistiche.
Dal primo impulso
cardio-uditivo prodotto dall’ammaliante “
If you wait for me”, all’ultima scossa cagionata dalla vivace
title-track dell’albo, il programma profonde senza soluzione di continuità melodie affascinanti, ritornelli galvanizzanti e un’ostentazione di classe davvero imponente e disarmante.
Si potrebbe a questo punto sottolineare l’eccellente prestazione di
Kevin Hosford, una
new entry di notevole valore, ribadire quanto i registri vocali di
Marcus Nygren siano perfetti per queste sonorità, o ancora soffermarsi sullo splendore Toto-
esque di “
My heart is at war”, “
Hold on tonight”, “
Masquerade” e "
Joanne”, ma la verità è che, come sosteneva qualcuno, è “la somma che fa il totale” e qui siamo di fronte a undici piccole gemme che costituiscono un gioiello musicale sfavillante e molto prezioso.
Così, dopo aver segnalato la
reprise (dall’
Extended Play del 2012) della struggente “
Lie to me”, cantata in duetto con
Kristina Talajic, non mi resta che esortare chiunque cerchi un disco pieno d’incantevoli affreschi in note, suonati, arrangiati e interpretati in modo esemplare, ad appropriarsi quanto prima di questo splendido “
Superhero”, un’altra dimostrazione di come, anche nella frenetica superficialità del terzo millennio, l’aristocrazia dell’
Adult Oriented Rock possa contare su un ristretto e agguerrito manipolo di valorosissimi discepoli.