Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:Andromeda Relix
Distribuzione:GT Music

Tracklist

  1. DEAD END ROAD
  2. ASHES
  3. LIVE ON
  4. WITH HINDSIGHT
  5. BACK FROM AFTERWORLD
  6. GRAN TORINO

Line up

  • Leonardo Baltieri: vocals
  • Matteo Finato: guitar
  • Flavio ‘J’ Martini: keyboards
  • Fabio Pasquali: bass
  • Silvio Bissa: drums

Voto medio utenti

Nome del gruppo e iconografia dell’opera, rievocanti epiche sparatorie all'O.K. Corral e duelli al tramonto, mi avevano consentito di prospettare un ascolto fondato su atmosfere country n’ western, mentre alla prova dei fatti i Wyatt Earp si rivelano una formazione ben più rocciosa e pragmatica, alimentata dall’hard-rock di Deep Purple, Uriah Heep e Grand Funk Railroad.
Fondati nel 2013 dal chitarrista Matteo Finato, i veronesi arrivano alla prima pubblicazione discografica grazie all’attenta opera di “scandaglio” dell’underground italico messo in atto dall’Andromeda Relix, un’etichetta che raramente commette errori nelle sue valutazioni patrocinatorie.
Wyatt Earp” è, infatti, un gran bel lavoro di rock duro, di quelli che, pur rispettando i dogmi del settore, sorprendono per la qualità delle composizioni e delle esecuzioni, sempre lodevoli, coinvolgenti e sufficientemente variegate.
Pilotate dalla voce parecchio comunicativa e duttile di Leonardo Baltieri (che attinge dai maestri Robert Plant, Ian Gillan e Roger Daltrey per costruire la sua avvincente prestazione canora), abilmente puntellate dalla brillante chitarra di Finato e dalle suggestive tastiere di Flavio ‘J’ Martini, le canzoni del disco, assecondate dall’infaticabile sezione ritmica Pasquali / Bissa, conquistano per tensione espressiva e buongusto, dimostrando il notevole talento di “traslitterazione” della tradizione di una band che sono certo abbia anche una cultura specifica vasta e sfaccettata tra le sue principali peculiarità.
Una caratteristica assai evidente nella lunga e melodrammatica “Gran Torino”, un’esibizione di hard-prog dagli esiti catalizzanti, e nell’avvolgente “With hindsight“, ma che emerge anche nelle vibranti scorie Porpora di “Dead end road”, “Ashes” (molto bello l’ipnotico crescendo armonico), “Live on” (in cui affiora anche l’immortale lezione del Dirigibile) e ”Back from afterworld”, capaci di affrontare la “nobile materia” con innata ispirazione e destrezza.
Ammaliante per tecnica e feeling, l’albo si rivolge a quei musicofili che non cercano “prospettive avventurose” e apprezzano chi sa onorare i “classici” in maniera più che credibile e appagante … se vi riconoscete nella descrizione, questi eccellenti Wyatt Earp fanno sicuramente al caso vostro.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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