Questo nuovo passo verso il paradiso firmato POD è un graditissimo ritorno, finalmente la band ha preso la mira e pur se discostandosi dal pluripremiato Satellite, album che li ha lanciati nel firmamento delle band che contano, almeno in fatto di vendite, centrano l'obiettivo realizzando un album nel quale si riaffacciano prepotenti influenze reggae sia nel cantato che in alcuni episodi musicali, coordinate che erano state abbandonate quasi completamente con l'ultimo omonimo album. La traccia d'apertura non è una bomba sonora semplice ma una ricercata melodia che mette subito in chiaro che siamo di fronte ad una maturazione stilistica nella quale il chitarrista Truby partecipa finalmente appieno, essendo ora l'ingranaggio POD molto ben oliato. L'impatto sonoro che avevano alcune traccie di Satellite è abilmente amalgamato con la tecnica chitarristica sicuramente eccelsa del nuovo arrivato, sono proprio gli arrangiamenti a fare la differenza, uniti ad un Sonny finalmente ispirato come un tempo, vocals angeliche che spesso lasciano spazio ad una santa rabbia. Sono molti gli ospiti non convenzionali di questo album da Boo Yaa Tribe che presta la sua voce su 'On The Grind' brano che non avrebbe sfigurato su follow the leader dei Korn anche perchè oltre ad essere hip hop oriented ha dei suoni di chitarra dissonanti tipicamente Head-Munky dipendenti, a Suzie Katayama che impreziosisce con il suo cello la soffusa 'Goodbye For Now', una sorta di youth of the nation matura. Il basso di Traa e la batteria di Wuv sono come al solito il motore affidabile su cui ricamare le stupende melodie vocali che questa volta Sonny ha composto. Anche i pezzi più rocciosi come 'Sounds Like A War' finiscono per essere un contenitore dentro cui si trova aggressività mista a momenti di delicatezza sonora. Il brano top che include tutte le buone qualità made in POD è 'This Time' brano che inizia con un accordo che potrebbe ricordare un brano alla System Of A Down per sfociare rapidamente nel ritornello da hit singles commovente per eccellenza che ti si impalla in testa per non uscirne più. Come stare fermi quando si ascoltano 'Mistakes & Glories' e 'Say Hello'? Il brano 'Teachers', già presente nell'ep the warriors vol2 è invece uno dei brani meno ispirati, l'esperimento brano reggae viene invece ripreso con la traccia 'Strenght Of My Life' che nel ritornello riporta alla mente le splendide melodie dei Police di Sting, band che probabilmente deve aver influenzato parecchio il cantante Sonny. Un album che con immenso piacere del sottoscritto, si scosta da quanto prodotto in passato e và a confermare la bontà della band che spesso è stata descritta come poco più che un fuoco di paglia.
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