Con i
DEATHRITE facciamo un salto pazzesco indietro nel tempo, per la precisione a fine anni '80 quando nasceva la
Nuclear Blast (mi perdonerà la
Century Media se vado a citare il più grande avversario - perlomeno prima che la Sony la rilevasse nel 2015 - della label di Dortmund), quando protagonisti delle uscite di quel periodo erano sgangherate ma geniali formazioni di death, grind, hardcore, con voce effettata e piena di riverbero, riff semplicissimi ma efficaci, registrazione un po' approssimativa, anche per quei tempi, ma tutto sommato coinvolgente... insomma, tutti elementi che con lo scorrere del tempo sono venuti meno, sepolti dalle produzioni laccate di oggi, il tecnicismo a tutti i costi, tanta tantissima forma, così tanta che se poi la sostanza viene a mancare è un problema secondario tanto l'approccio alla musica è divenuto usa e getta anche nel nostro amato metallo.
Beh, i Deathrite sembrano fregarsene di questo andazzo e si rilanciano con entusiasmo in un death metal rozzo e primordiale, sebbene la copertina mi avesse fatto pensare sulle prime a qualcosa di supertecnico, tipo
Obscura, Gorguts o cose del genere. Niente di tutto ciò, chitarre abrasive fatte con il super overdrive giallo della Boss, una voce del buon
Tony Heinrich che dire sguaiata è dire poco e che ci fa riapparire davanti agli occhi tutta la scena death di inizio anni '90 e come detto un songwriting piuttosto elementare ma non per questo da disprezzare, anzi casomai il contrario in un music business che ormai non lascia spazio a sentimenti o "facilonerie"; qualche brano presenta talvolta break o intermezzi un poco tagliati con l'accetta o sin troppo scolastici, tipo "
Invoke Nocturnal Light" che invece in realtà avrebbe un ottimo tiro, ma per il resto "
Nightmares Reign" scorre che è una bellezza, a patto di avere un approccio alla musica che ammetta, anzi che si esalti con il "retrò".
8 brani per 43 minuti di musica, giusti giusti per essere messi 4 su un lato e 4 su un altro nella cassettina BASF, SONY o TDK da 46 minuti: oggi i
DEATHRITE, anche a vedere le visualizzazioni su Youtube non sono molto considerati, ma siamo certi che non avrebbero sfigurato accanto ai prime-movers dell'epoca, quando ancora la musica non si basava sui numeri e sulle impressions ma sulle emozioni regalate.
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