Devoti al melodic black metal di metà anni '90, di scuola svedese e non solo, gli
The Scars in Pneuma rilasciano il loro primo album ufficiale licenziato dalla
Promethean Fire andando ad inserirsi in un filone musicale piuttosto inflazionato ed all'interno del quale risulta estremamente difficile dire qualcosa di nuovo o originale.
Nonostante questo, il gruppo del leader
Lorenzo Marchello ce la mette tutta per creare una proposta personale dal momento che, accanto agli inevitabili Dissection, inserisce nella sua amalgama sonora elementi diversi e diverse sfaccettature che ne arricchiscono, certamente, lo spettro espressivo.
In questa direzione si collocano, infatti, alcuni riferimenti alla maestosità degli ultimi Rotting Christ ed il frequente ricorso a parti arpeggiate ed atmosfere "delicate" che conferiscono a
"The Path Of Seven Sorrows" un taglio vagamente epico ed una patina melanconica che ne caratterizzano fortemente tutto il risultato finale.
Molto interessante, a mio parere, la scelta di vocals che, al posto del classico scream, si attestano, invece, su una sorta di growl dai toni medi così come risulta molto indovinata la scelta di spingere molto sul pedale della melodia grazie ad intrecci di chitarra molto convincenti che danno vita ad atmosfere sicuramente di impatto e, ad un ascolto attento, molto affascinanti.
Certo, l'album presenta anche dei difetti: le voci sono a mio avviso troppo sommerse dagli strumenti, il suoni della batteria potevano essere migliori e i brani potevano essere resi più dinamici e meno omogenei, ma, anche perché stiamo parlando di un esordio discografico, si tratta dei classici difetti di gioventù sui quali è facile chiudere un occhio dal momento che, tutto sommato, siamo al cospetto di un lavoro buono, ricco di attenzione ai dettagli, non banale e frutto, senza dubbio, di un certosino lavoro "dietro le quinte".
Spero che gli
The Scars in Pneuma siano in grado di caratterizzare ulteriormente la loro proposta e di proseguire su una strada di crescita che, ne sono certo, potrà dare loro (e a noi) grosse soddisfazioni.
Bravi.
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