E’ triste. E’ triste riascoltare un disco due o tre volte di fila e non ricordarsi nulla di quello che abbiamo appena ascoltato.
Ho dovuto prendere appunti dopo un ennesimo ascolto di questo disco per poterne parlare, altrimenti non avrei saputo cosa dire. La band da quasi quindici anni propone (per l’ennesima volta) un Death/Thrash veloce e arrabbiato, ma sempre uguale a se stesso: quasi non si distinguono le tracce l’una dall’altra, o almeno, non ti ricordi ne' un riff, ne' una “melodia” o qualsiasi altra cosa che dovrebbe differenziare una canzone dall’altra.
C’è da dire che ci sono dei begli assoli di
Twan van Geel in alcune tracce, non voglio definirli ispirati o cose del genere, ma sono almeno concettualmente di livello, vi parlo da chitarrista.
Le vocals. mammamia le vocals; mai una volta che cambiassero un minimo,
Maurice Swinkels stavolta nemmeno ci prova, non dico a stravolgere il suo registro vocale, ma almeno dimostrare di non saper fare solo quella tonalità/tipologia/”intonazione” di scream. Non riesco a trovare tante altre parole per esprimere la delusione/tristezza/noia che ho provato ascoltando questo album.
Consiglio questo disco? No. Anche se siete super fan dei
Legion Of The Damned, no, non vi lascerà nulla e non aggiunge nulla, almeno di gradevole, alla discografia degli olandesi.
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