Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:62 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. BLACK WIDOW
  2. BURNING WITCHES
  3. BLOODY ROSE
  4. THE DARK COMPANION
  5. METAL DEMONS
  6. SAVE ME
  7. CREATURES OF THE NIGHT
  8. WE EAT YOUR CHILDREN
  9. CREATOR OF HELL
  10. THE DEATHLIST
  11. JAWBREAKER
  12. METAL DEMONS (LIVE)
  13. BLACK WIDOW (LIVE)
  14. HOLY DIVER (LIVE)
  15. BURNING WITCHES (LIVE)

Line up

  • Jeanine Grob: bass
  • Lala Frischknecht: drums
  • Romana Kalkuhl: guitars
  • Seraina Telli: vocals
  • Sonia Nusselder: guitars

Voto medio utenti

Per la serie, battiamo il ferro finché è caldo, la Nuclear Blast ha visto bene di ristampare, con l’aggiunta di tracce dal vivo, il debutto delle tanto lanciate Burning Witches, fresche di contratto con l’etichetta tedesca, e già recensite sulle nostre pagine per il loro nuovo lavoro. Se però non avevamo tenuto freno a certe critiche sull’ultimo disco “Hexenhammer”, decisamente lontano da venir promosso e riconosciuto come l’exploit dell’anno (a differenza di quello che voleva far credere la label), accusandolo di una certa mediocrità di fondo, bisogna ammettere che il primo eponimo lavoro delle cinque streghette elvetiche è davvero superiore rispetto al disco seguente. Finalmente in questo disco le ragazze mostrano la potenza e la rabbia giuste per meritare l’attenzione di tutti gli amanti dell’heavy classico degli anni 80. Nostalgia a parte, il debutto regala emozioni heavy metal comunque sempre non brillanti per originalità, ma dove almeno la citazione viene ben parafrasata. Canzoni come la title-track, “Black Widow” o “Bloody Rise” finalmente schiacciano sull’acceleratore, e le cinque belle streghe confezionano un lavoro che non mostra segni di cedimento. Ne è una prova un pezzo come “Jawbreaker”, citazione non troppo ingenua dei Judas Priest, episodio davvero introvabile nel disco seguente, come un po’ tutte le altre canzoni dell’album, inni che invitano al coro in fase live e recuperano le atmosfere tanto care di quello che l’heavy metal fu, e sarà sempre per chi a volte si sente un po’ troppo sconsolato dalle contaminazioni commerciali degli ultimi anni. Persino la produzione ne guadagna, e i brani live (tra cui di nuovo spicca “Holy Diver” dell’immortale Dio, influenza primaria per la band) sembra dimostrino che anche sul palco le ragazze possano essere una vera macchina da guerra. Nata come l’ennesima mossa commerciale, finisce invece come rivalutazione della band, nonché occasione per approfondirla al meglio.

Consigliatissimo, decisamente più dell’ultimo “Hexenhammer”, anche se a questo punto i fan di tali sonorità farebbero meglio ad accaparrarseli entrambi. Vale la pena adesso attenderle in Italia, se non anche con un prossimo lavoro, che si spera recuperi l’ispirazione di questo debutto, coadiuvata dalle possibilità promozionali della Nuclear Blast. Ancora non si urla al miracolo, ma di sicuro qui il gruppo è sulla giusta strada.
Recensione a cura di Max Firinu

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