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Malice of Antiquity, secondo full-length degli svedesi
Astrophobos, fa bene e fa male allo stesso tempo. È un album così radicato nella scena black metal scandinava degli anni '90 che è difficile non lasciarsi sopraffare da una dolorosa morsa di malinconia, per il tempo che è passato, per ciò che era e che non potrà mai più essere.
Eppure gli
Astrophobos, attivi dal 2009, non sembrano avvertire lo scorrere del tempo e realizzano un ottimo album di black metal melodico, solido, diretto, graffiante. Puro.
Ma non sto parlando di un album derivativo, o di imitazione. Pur essendo il legame a band come
Dissection o
Naglfar molto forte,
Malice of Iniquity non teme paragoni e si staglia fieramente nel panorama black odierno come baluardo di un certo stile che evidentemente rimane ancora fervido, bruciante, lì nelle terre dove tutto ha avuto inizio.
Il full-length si apre con la voce tagliente di
Mikael Broman che fende l'aria come una lama rovente. È l'inizio di uno spietato assalto sonoro con brani che, uno dopo l'altro, si susseguono gelidi e ruffiani, con una calcolata dose di spietata freddezza e seducente melodia. Le due chitarre danzano e disegnano sinuosi riff che si stampano nell'anima, come in
Fire of Catharsis, la traccia iniziale, o nella bellissima
Descending Shadows, per non parlare poi del brano finale,
Imperator Noctis, in cui la vocalist
Elisabetta Marchetti aggiunge una magnifica componente sinfonica. Da sottolineare inoltre, con un certo patrio orgoglio, la presenza di
Giuseppe Orlando alla batteria, che percuote pelli e piatti con furia e metodica precisione. Il tutto impreziosito da pochi ma raffinati passaggi atmosferici.
L'album, figlio dei tempi moderni, gode di un'ottima produzione, che si affianca ad un ottimo songwriting. Tutto è curato nei dettagli e i pezzi, molto ben strutturati, sono capaci di mantenere una tensione epica e drammatica per tutta la loro durata.
Malice of Antiquity è un grande lavoro. La stretta vicinanza alle band e al sound del passato per qualcuno potrà essere un limite, per altri, come me, solo nostalgico amore.