Buonissimo miglioramento effettuato da tedeschi
DESERTED FEAR rispetto al precedente "
Dead Shores Rising", uscito un paio di anni fa per la connazionale
Century Media.
Il terzetto proveniente dalla Turingia non ha cambiato approccio o direzione musicale ma ha semplicemente affinato e migliorato il proprio songwriting, donando così al nuovo "
Drowned by Humanity" maggiore equilibrio e stabilità, senza punti morti o abbassamenti di livello: per il resto, il death metal prettamente europeo dei nostri si dimostra efficace e solido, ben bilanciato tra aggressività e melodia, costantemente presente in maniera intelligente e misurata in ogni loro brano, in un match prevalentemente giocato a ritmi medio bassi che esalta le loro caratteristiche: un death metal tragico impregnato di negatività, tristezza, depressione, rabbia, perfettamente esemplificate nello splendido video del brano "
Welcome to Reality" che si candida a pezzo migliore del disco, insieme alle parimerito "
A Breathing Soul" e "
Stench of Misery", ma come detto non ci sono incertezze o cedimenti.
Ottima, insieme a quella dei suoi compagni di sempre
Simon Mengs alla batteria e
Fabian Hildebrandt, eccellente nei suoi assoli lancinanti ed epici, la prova del chitarrista cantante
Manuel Glatter, con il suo growl non profondo e disperato, e la produzione ad opera di
Henrik Udd (già al lavoro con
At the Gates) nei rinomati
Fredman Studios. Il death metal dei Deserted Fear è semplice, diretto, quasi primordiale, e come spesso capita le cose semplici se fatte bene e con il cuore sono le migliori.
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