"Døden skal ikke vente", quinto album dei
Dødsfall, pubblicato a distanza di cinque anni, è un sincero album di black metal norvegese tradizionale, tipicamente anni '90.
Il disco, infatti, presenta tutti gli stilemi tipici del genere, dal cantato in scream del cantante Isthar, alla batteria tuonante, ai riff taglienti presenti nelle dieci tracce. Una particolarità che ho apprezzato è un'attenzione alla melodia che non mi aspettavo, e che talvolta sorprende, come nel caso dell'interruzione di pianoforte presente nella prima traccia
"Hemlig Vrede".
Ciò si può sentire anche in una scelta dei riff che predilige strutture piuttosto ordinate e melodiche, che non sono per nulla un difetto, anzi differenziano molto bene una traccia dall'altra. Il gruppo sa bene come mantenere il ritmo e alta l'attenzione e alterna ralllentamenti a parti più tirate e ricche di blast-beat.
L'album scorre molto bene ed è arricchito da una produzione pregevole per il genere in cui si capisce perfettamente cosa si stia ascoltando. I circa 40 minuti procedono piuttosto spediti e il disco diverte, specialmente in alcuni episodi come
"Svarta Drömmar" e
"Ondskalpeske", quest'ultima uscita come anteprima e ideale per presentare l'album. In questi frangenti le ritmiche serrate e i vari stacchi a sorpresa divertono e trasmettono quell'energia e quella furia tipiche del genere.
Il difetto principale dell'album, a mio parere, è un leggero rallentamento nella seconda parte, appena dopo la metà dell'album, che però dura molto poco. Il disco, infatti, si riprende con un colpo di coda con "För Alltid I Min Sjæl" e il finale con la sopracitata "Ondskalpeske" è esplosivo e trasporta nell'outro conclusiva con naturalezza. L'altro grande difetto è la mancanza, forse, di originalità, ma non è per forza da vedersi come tale. Avendo chiara la proposta di questi Dødsfall, rispettosi della tradizione, era ovvio che non ci si potesse aspettare qualcosa di originale e rivoluzionario, e il disco si limita ad essere un album di buon black metal norvegese, suonato da gente che lo ama.
Personalmente, io con questo album mi sono molto divertito e lo ritengo più che dignitoso di un ascolto. Anche se nei giorni a venire non mi ha lasciato molto, anzi quasi nulla, e sia per certi aspetti un disco come tanti, lo consiglio molto agli appassionati puristi perchè è pane per i loro denti. Chissà, magari lo troveranno ancora più bello di quanto lo abbia trovato io.
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