No vabbè è uno scherzo vero?
“The quest of immortality” dei brutal deathmetallers indonesiani
Fetal Bleeding (delicatissimi…) è uno di quei lavori da evitare come la peste. Un disco che ha già detto tutto e di più a metà della prima canzone e che, per coerenza nei vostri confronti, mi sono sorbito fino al minuto trentadue, attimo in cui questo incredibile pattume sonoro ha terminato la sua corsa.
Il terzetto asiatico è a dir monotono, con poche idee ripetute all’infinto in cui tentano di inserire qualche rimando ai
Cannibal Corpse, monocorde - il batterista azzarda pochissimi, centellinati, cambi di tempo limitandosi a ripetere all’infinito lo stesso identico spartito coprendo la maggior parte delle frequenze - con un cantato (?) gorgogliante e sommesso in cui non si comprende assolutamente niente.
Per intenderci: il singer
Yogga Beges potrebbe esprimersi in inglese, indonesiano od un qualsiasi dialetto italico a vostra scelta e il risultato finale sarebbe il medesimo.
Valga, infine, questo piccolo esempio per esprimervi la mia frustrazione nell’ascolto di
“The quest of immortality”: ho capito che era partita la seconda traccia solo perché me lo ha segnalato il lettore, altrimenti non avrei colto nessun elemento di distinzione con l’opener!
Cd da non toccare nemmeno con un palo lungo tre metri.
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