Finalmente gli Eldritch stanno iniziando a raccogliere i frutti di anni di duro lavoro. Dopo aver dato alle stampe cinque studio album di ottima caratura ed essersi fatti le ossa con numerose date dal vivo in giro per l'Italia e per l'Europa, il gruppo di Eugene Simone comincia ad avere una buona visibilità anche all'estero: tra poche settimane gli Eldritch saranno gli headliner del Chicago PowerFest, un contesto importante che potrebbe aprire alla band toscana le porte del mercato USA, un'opportunità da non lasciarsi sfuggire ad ogni costo.
Fortunatamente gli Eldritch si presenteranno al pubblico americano forti di un nuovo e stupendo disco, “Neighbourhell”, un platter che riprende con notevole saggezza i migliori elementi del periodo più progressive della carriera della band e lo miscela sapientemente con l'aggressività e la grinta di “Reverse” e “Portrait of the Abyss Within”. Il risultato è un coinvolgente concentrato di melodicità e dinamicità, di atmosfere angoscianti e vigorose scariche di adrenalina, contraddistinto dallo stile teatrale del sempre bravo Terence Holler e dall'energico riffing di Eugene Simone. Per la prima volta da qualche anno a questa parte la line-up degli Eldritch ha trovato stabilità, e dopo due anni di concerti insieme la nuova formazione ha sviluppato un'ottima coesione, testimoniata dalla compattezza del sound delle nuove undici canzoni: brani taglienti e orecchiabili, impreziositi da una tecnica strumentale di prim'ordine e da piacevoli tocchi di classe.
“Neighbourhell” è probabilmente il disco più veloce che gli Eldritch abbiano mai inciso, con brani come “Still Screaming”, “Bless Me Now”, “Toil of Life” e “Come To Life” a dimostrare quanto i cinque musicisti toscani siano a loro agio sui ritmi più tirati. “More Than Marylin”, con la sua profonda malinconia, è certamente uno dei momenti più piacevoli dell'album, così come la struggente “Zero Man”, in cui Holler duetta con la brava Elisabetta Viviani.
Vi basteranno pochi ascolti per rendervi conto della qualità della nuova fatica del gruppo, forse l'apice della recente storia discografica della band di Livorno. Il messaggio è chiaro: gli anni passano, ma gli Eldritch sono ancora sul palco, ad urlare tutta la loro rabbia, più forte che mai.
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