Una delle cose che ho quasi subito capito della musica in generale è che al mondo esistono diverse categorie di ascoltatori: i semplici appassionati, gli amanti incondizionati e i talebani oltranzisti.
Con questi ultimi è difficile ragionare di musica essendo impermeabili ad ogni critica costruttiva, per questa categoria anche un lavoro mediocre diventa un qualcosa da difendere con le unghie e con i denti dagli “assalti” dei detrattori che “infangano” il loro genere preferito.
Dove voglio arrivare con questo preambolo? Presto detto.
“Territory of warfare” è il debut degli indonesiani
Osmed - quartetto proveniente da Jakarta dedito ad un secco brutal death metal di ispirazione nordamericana - ed è il classico lavoro destinato esclusivamente ai talebani di questo genere. Coloro che fagocitano qualunque cosa esca con questa etichetta appicciata sulla copertina del cd, meglio ancora se proveniente da una scena underground ubicata ai margini del duopolio Europa/Stati Uniti.
10 brani per 29 minuti di durata in cui è semplice trovare qualche rimando ai primi
Broken Hope, Suffoction, Cryptopsy qualche cambio di tempo alla
Cannibal Corpse e poco altro in nome di una costante ricerca della cattiveria condita da sonorità piuttosto scarne (immancabile la classica batteria sovraesposta…ma perché?!?!?!), quasi minimaliste.
Come detto prima, solo per cultori del genere che possono tranquillamente aumentare di un punto e mezzo/due punti la valutazione numerica in alto a sinistra.
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