Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:41 min.
Etichetta:I.F.A.

Tracklist

  1. ZROZEN Z HRÍCHU (BORN FROM SIN)
  2. V HLUBINÁCH ZAPOMÌNÍ (IN THE DEPTHS OF FORGET)
  3. OSUDEM PROKLETÁ (CURSED BY FATE)
  4. SVÍCE ZIVOTA (THE CANDLE OF LIFE)
  5. SÉMÌ DUSÍ ZÈERNALÝCH (THE SEED OF BLACKENED SOULS)
  6. LHÁO (LIAR)
  7. PLAMEN (THE FLAME)
  8. POUTNÍCÍ VÌÈNOSTÍ (THE PILGRIMS THROUGH ETERNITY)
  9. OUTRO
  10. NEVINNOST (INNOCENCE)

Line up

  • Destructor: vocals
  • Yvor: guitars, vocals
  • Archangel: guitars
  • Jitka: keyboards

Voto medio utenti

"Maronna mia, che shchifo!!" Sono esattamente le parole che ho pronunciato dopo aver dato una rapida occhiata a questo cd. Tutto, a partire dall'orribile nome Mater Monstifera passando attraverso pessime illustrazioni che potete giudicare voi stessi, mi faceva pensare ad un album rivoltante anche nei contenuti. Invece per fortuna questi ragazzi cechi (nel senso di connazionali di Nedved) hanno peccato solo in ingenuità proponendo un artwork del genere, vista la qualità del loro extreme metal sinfonico. Che spesso è black, ma a volte sconfina anche nel death, mantenendosi in bilico la maggior parte delle volte e dimostrando una grande maturità compositiva. Certo, non siamo ai livelli di grandeur dei Dimmu Borgir, ma questi quattro musicisti mostrano un songwriting anche piuttosto complicato e un'ottima tecnica esecutiva. Gli argomenti purtroppo sono sempre gli stessi: chitarre e vocals aggressive contrapposte a tastiere ariose (qualche volta quasi 'happy'), con numerosi cambi di umore all'interno delle singole canzoni. L'unica nota di personalità l'ho riscontrata nel sapore melodico più accentuato, cosa che si può notare soprattutto durante brevi ma intensi lead di chitarra. Per il resto l'originalità è ai minimi livelli, e se vi siete quindi stufati di questo genere non troverete nulla di innovativo in "Zrozen Z Hrichu", a parte il cantato nella loro lingua madre - che rende veramente bene - e una bella figliola in formazione. Io inizio ad essere un pò annoiato (in verità lo sono da anni) da questi album composti con il manuale d'istruzioni davanti... a parte i mostri sacri del genere non c'è nessuno in grado di innovare o sperimentare in maniera concreta. Ed è per questo motivo che album come "Zrozen Z Hrichu", pur di ottima fattura, non riusciranno più ad uscire dalla sufficienza.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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