Cosa hanno in comune album come "Psychogrotesque" di Aborym, "Pilot (Man with the Meat Machine)" dei TMK e "The Painter's Palette" degli Ephel Duat?
Direi poco, ma la loro follia ed il loro "spirito", in qualche modo, rivive all'interno di
"Reborn in Butterfly", il terzo lavoro per gli
Hanormale gruppo del mastermind
Arcanus Incubus che, come di consueto, anche in questo caso si avvale di una nutrita schiera di collaboratori per dare vita compiuta all'opera partorita dalla sua mente deviata.
Siamo al cospetto, credo si sia capito, di un album destabilizzante che vuole, a tutti i costi, stupire e che sembra voler dare una struttura al chaos attraverso la ricerca di un illogico filo conduttore che sia capace di tenere insieme raw black metal, doom, dark, improvvisazione di matrice jazz, incursioni nell'elettronica e velleità avantguardistiche che, di volta in volta, destrutturano il concetto canzone e ci pongono di fronte a partiture mai lineari sebbene, sottilmente, sempre inquietanti ed oscure.
Il tentativo di riuscire a fare tutto questo come va alla fine?
Difficile dare un giudizio unico.
Alcune "parti" del tutto funzionano bene: l'apparato ritmico è di grande valore ed indubbia capacità, i momenti più riflessivi e quelli più tendenti al dark sono fatti molto bene e di certo, capaci di ingenerare inquietudine.
Altri aspetti, invece, funzionano molto meno bene perché la componente estrema del suono degli
Hanormale a me è sembrata troppo forzata e poco personale così come l'uso delle voci puliti avrebbe meritato una interpretazione ben diversa da quella, monotona, che ho ascoltato.
Va riconosciuto, comunque, un grande coraggio al Nostro così come appare chiaro che sull'album tutto è stato fatto alla ricerca di nuove strade espressive senza che si sia mai stata la volontà di percorrere territori "facili" o già percorsi e questa cosa, va sottolineato, non è proprio banale o semplice da realizzare.
Gli
Hanormale, dunque, sono a mio avviso sulla buona strada per trovare una loro definitiva "consacrazione" verso la quale dovrebbe tendere l'eliminazione degli elementi forzati del loro suono e la rinuncia, a mio parere, a voler stupire per forza concentrandosi, invece, sulle idee, a volte anche ottime, che ho ascoltato su
"Reborn in Butterfly".
Certo, questa strada non sarà facile da percorrere e, per adesso, siamo ancora su un percorso solo accennato, ma le potenzialità ci sono tutte e la passione per quello che si fa anche, quindi mi aspetto che il futuro potrà regalarci, e regalare al gruppo, buone soddisfazioni.
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