Una scelta coraggiosa.
In questo modo mi sento di definire la decisione di debuttare con un
concept album in un ambito, quello dell’
alternative metal, che sta vivendo già da un po’ un periodo di evidente stallo creativo, riciclando suoni e idee.
Scoprire che i
Noiskin hanno dedicato la base narrativa del loro “
Hold sway over” proprio alle “scelte” che facciamo e che determinano la direzione delle nostre esistenze, appare in qualche modo coerente con lo
incipit di questa disamina e mi conduce subito dopo ad avvallare il valoroso orientamento espressivo che i bergamaschi hanno deciso di intraprendere, rilevando quanto la loro proposta, seppur forse non formalmente “innovativa”, appaia fin dal primo contatto pensata e suonata con un atteggiamento maturo ed equilibrato, abbastanza divergente da ciò che si aspetta da un gruppo all’esordio.
Evidentemente cultura e “apertura mentale” fanno parte, assieme ad una notevole preparazione tecnica, del bagaglio artistico di una
band in grado di attingere da molti generi (non ultimo il
prog-metal, con sporadici barlumi di “roba” alla Psychotic Waltz ...) evitando esasperazioni, ridondanze ed eccessi ispirativi, puntando molto sulla melodia, inserita in un contesto nervoso, cangiante ed evocativo.
La bella voce di
Luca Taverna asseconda con adeguata duttilità interpretativa le diversioni di un programma che, come richiesto da ogni albo “concettuale”, dovrebbe essere valutato nella sua interezza.
Per una volta, contravvenendo a tale legittima e raccomandabile prescrizione, per approfondire la conoscenza dei nostri vi consiglio di ascoltare in via prioritaria le inquiete pulsazioni della
title-track e della potente “
Beyond temptation”, gli sconfinamenti nell’
heavy-blues di “
Bound to my skin”, le atmosfere melodrammatiche di “
Twilight sleep” e ancora, soprattutto, la calibrata schizofrenia di “
Chapter III”, una sorta di piccolo compendio del variegato universo musicale dei
Noiskin.
Un gradevole
artwork e un’ottima resa sonora (il lavoro è stato registrato e mixato da
Francesco Benelli, mentre del
mastering si è occupato il noto
Michele Luppi), contribuiscono a rendere “
Hold sway over” un inizio molto incoraggiante e godibile, che lascia ben sperare per le produzioni future.
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