Per gli impazienti, i tanti "milanesi imbruttiti" che la nota pagina facebook bonariamente prende in giro: se volete sapere cos'è l'atmospheric folk/black metal ma ovviamente siete di corsa saltate a piè pari queste poche righe e correte ad ascoltare la musica nel player a fondo pagina.
Chi invece può permettersi di perdere un paio di minuti della propria vita mi segua alla scoperta di questo ennesimo grande disco targato
Saor.
"
Forgotten Paths", quarto lavoro dell'artista scozzese
Andrew Marshall (il genio che si cela dietro il monicker), è il successore del meraviglioso "
Guardians" e segna anche il passaggio alla nostrana
Avantgarde Music (che mette a segno un altro centro!). I lettori più attenti ricorderanno che lo stesso
Marshall è anche il motore della one man band Fuath, autore di un ottimo disco d'esordio dal titolo "I".
Ma stiamo divagando, torniamo a noi...
"
Forgotten Paths" è un altro inno d'amore alla Scozia (patria del nostro
Andy), ai suoi paesaggi, alla sua storia fatta di orgoglio, battaglie sanguinose ed epiche, alle sue tradizioni, ai poeti che ne hanno cantato nel corso dei secoli ed alla sua natura selvaggia.
Parlavamo prima di atmospheric folk/black metal: siamo ben lontani dalla musica allegrotta dei Korpiklaani,
Saor utilizza certamente strumenti tipici del folklore popolare del suo paese quali flauti a fischietto, cornamuse e bodhrán (il tamburo a cornice suonato con bastoncini di legno) ma li incorpora in un tessuto black in cui il tremolo picking, il growling lacerante ed i blast beat sono parte fondante.
Il risultato è pura estasi sonora.
La titletrack, che apre il disco e si avvale alla voce del talento di
Neige degli Alcest, inizia con un ritmo martellante sebbene fortemente melodico per poi lasciare spazio nella seconda parte ad un lungo dialogo tra fiati, chitarre acustiche e vocalizzi eterei.
Ma è nella combinazione "
Monadh"-"
Bròn" che risiede il cuore pulsante dell'album: due brani per quasi 23 minuti complessivi di musica in cui
Marshall dà fondo a tutta la sua abilità ed a quella dei musicisti di cui si circonda creando un quadro talmente vivido della natura, dei declivi erbosi, dei boschi e delle brughiere scozzesi da farci completamente perdere in esso.
I significati delle due parole in gaelico scozzese, giusto per curiosità sono "collina, landa" e "tristezza, afflizione".
Chiude il platter la dolce ninna nanna "
Exile" che culla le nostre anime facendoci addormentare sotto una volta gelida e stellata.
Saor significa "libero, senza catene" e grazie alla sua musica, per la durata del disco, rende tali anche noi.
Grazie Maestro per averci regalato ancora queste emozioni: sono quelle che ci tengono vivi.
Saor - "
Forgotten Paths" (full album)