Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:38 min.
Etichetta:Black Lodge
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DOOMSDAYLIGHT
  2. BLEED YOUR WOUNDS
  3. SEASON OF HUGE MORTALITY
  4. DAUGHTER OF CHAOS
  5. WORD OF PREY
  6. THE FIFHT ANGEL
  7. EVOLUTION’S END

Line up

  • Joakim Kristensson: vocals, guitars, bass
  • Dannis Ekdahl: drums

Voto medio utenti

Spesso mi chiedo cosa passi nella mente di un musicista che sia in procinto di realizzare qualcosa di epocale. Se si accorga che il suo operato sarà in grado di influenzare per anni le generazioni future, oppure se questo sia un processo talmente spontaneo e naturale da passare quasi inosservato. E altrettanto spesso mi chiedo se qualcuno sarà in grado di inventare qualcosa di totalmente innovativo - come successe all'inizio degli anni novanta con il black metal - o se continueremo ad assistere a semplici tentativi di sperimentare e reinterpretare (che di per sé non sono assolutamente da buttare via). Di sicuro questo difficile compito non viene portato a termine dai Rutthna, band svedese che nasce con il preciso intento di ridare lustro agli anni d'oro del black norvegese, quelli a cui si riferisce ora con la dicitura 'old style'. Quindi tempi mai velocissimi, anzi impostati per la maggior parte dei pezzi su tempi medio-bassi che fanno risaltare maggiormente la puntualità dei riff. Dico solo puntualità perché nessuna delle melodie create dal chitarrista (famoso per essere in forze nei più carismatici Thyrfing) è in grado di sconvolgere, e ci tocca aspettare l'ultima traccia - per altro risalente al primo demo del 2003 - per sentire qualcosa che rimanga impresso nella testa e faccia venire voglia di essere riascoltato. Purtroppo non c'è niente di particolarmente interessante nella musica dei Rutthna che riescono ad interpretare con discrete capacità i dettami dei Dakthrone, ma senza mai entusiasmare. Anche considerando che il lavoro supera a malapena la trentina di minuti, e sicuramente si sarebbe potuto fare qualcosa di più in termini di incisività e intensità... Non dico di scartarlo a priori, ma "Doomsdaylight" è il tipico album che non fa della longevità il suo cavallo di battaglia!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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