Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Listenable

Tracklist

  1. SHOW ME WHAT YOU’RE MADE OF
  2. ALL THE THINGS YOU’VE MADE AND DONE
  3. DANCIN’ DOWN BELOW
  4. THE DEVIL THAT NEEDS YOU
  5. JOURNEY OUT OF HERE
  6. THE MAN WITH STARS ON HIS KNEES
  7. A GOD IS NO FRIEND
  8. LEFT ME FOR DEAD
  9. MIND OF A MUTE
  10. MORALS?
  11. FIRE IN THE FIELD
  12. UNDERTOW

Line up

  • Aaron Buchanan: vocals
  • Laurie Buchanan: guitars
  • Tom McCarthy: guitars
  • Mart Trail: bass
  • Paul White: drums

Voto medio utenti

Il nome di Aaron Buchanan difficilmente dice qualcosa ai nostri lettori, visti i primi passi solo nell’universo musicale della sua natia Inghilterra. Dopo un periodo come frontman dei rocker londinesi Heaven’s Basement, Buchanan mette in piedi una nuova band e pubblica nel 2017 questo godibile disco di debutto, inaspettatamente preso in considerazione dalla Listenable per la ripubblicazione su larga scala quest’anno corrente. La proposta dell’artista (ma sarebbe meglio parlare di band vera e propria) riparte dal breve passato di Buchanan e propone un ottimo hard rock a tinte moderne, dove si spazia dall’alternative al post-grunge britannico.

Un disco pieno di energia, accattivante nei ritornelli, prodotto splendidamente dallo stesso Buchanan, polistrumentista e cantante preparatissimo (Rob Halford ha persino espresso elogio per le sue doti canore). Se “Dancin’ with the Devil” suona un po’ come un tuffo nell’hard rock del passato, “The Devil that Needs You” pare ripescare dai gruppi grunge più fragorosi, mentre non mancano ballad radiofoniche dal piacevole gusto moderno (“Journey out of here” e la title-track). “A God is No Friend”, “Left me for dead” e le restanti tracce ci ricordano che comunque le chitarre sono la base portante del suono dei Cult Classics, coi loro riff blueseggianti, la loro energia hard rock e alternative metal in lingua inglese (si spazia dai Life of Agony agli Audioslave).

Riproposto con bonus track dalla medesima qualità, “The Man with Stars on his Knees” è un primo passo verso il successo, anche se non si grida al miracolo a causa di una tipica originalità ancora da smussare, tanto da distinguersi dagli artisti conterranei. Comunque poco meno di un’ora di ottimo rock moderno, in grado di scaldare i cuori. Un ascolto consigliato, mentre si medita sull’acquisto del lavoro nelle splendide versioni in vinile dell’etichetta.
Recensione a cura di Max Firinu

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