Scrivere questa recensione mi risulta particolarmente difficile.
Difficile, se non impossibile, tramutare in parole il pesantissimo carico di emozioni che un disco come
"Damp Chill of Life" è in grado di suscitare in modo così straziante.
I "solchi" di questo album hanno poco a che fare con la semplice musica ed il loro contenuto travalica qualsiasi genere per arrivare a toccare l'animo di tutti coloro i quali si nutrono di dolore, tristezza ed inverno.
I
None, sempre avvolti nell'assoluto mistero, sono maestri del depressive black metal ed inarrivabili cesellatori di melodie gonfie di vuoto e di nulla. La loro musica è aspra e senza speranza, il loro messaggio difficile da digerire eppure così affascinante.
Rispetto al precedente "Life Has Gone On Long Enough", capolavoro unico del suo genere e titolo più bello di sempre, il duo americano ha insistito con maggiore evidenza sull'aspetto melodico ed "ambientale" (i paesaggi che ti si parano davanti sono spettrali) del suo suono riuscendo ad incidere una manciata di brani letteralmente da brividi che , a mio parere, possono solo essere equiparati alle lacrime che, amare, solcano il viso nei momenti più bui delle nostre vite piuttosto che a vere e proprie canzoni perché, se dovessimo condurre una analisi tecnica dell'album, ci accorgeremmo che i
None non inventano niente e che tanti si cimentano in proposte simili, senza capire, quindi, la grandezza di una musica che fa male ad ogni nota, che lacera il nostro io ad ogni straziante urlo e che, inesorabile, ci accompagna verso la fine, verso quella possibilità che ognuno di noi non avrà mai (
"A Chance I'd Never Have").
"Damp Chill of Life" è arte pura.
Lo dico senza paura di esagerare.
Lo dico mentre
"Cease" (purissimo dolore),
"I Yearn to Feel" (quasi "post") o la title track mi provocano i brividi e mi fanno soffrire con una ferocia che nessuna musica "estrema" potrà mai eguagliare.
Lo dico mentre poche note di pianoforte e gelide armonie di chitarra fendono l'aria come il vento d'inverno.
Qui, cari amici, siamo al cospetto di un'opera catartica alla quale concedersi senza remore e della quale occorre subire il sapore amaro ed aspro tipico della sconfitta.
Perché la vita, qui dentro, esce sconfitta e diventa qualcosa di "altro".
Disco enorme che, come sempre per i
None esce l'11 aprile (perché?).
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