Ultimamente l’inglese Copro Records pesca a piene mani dall’underground italico, con risultati davvero molto confortanti a mio parere. Dopo i Chaos Conspiracy, ecco i Figure On Six con il loro primo album (credo) “Step One”.
Il sound della band è un Nu Metal come non se ne sentiva da tempo, cioè un suono variegato, contaminato, ricco d’influenze, dove la potenza e la melodia si fondono in maniera pressoché perfetta, e dove l’uso di elementi elettronici e/o alternativi, sotto forma di tastiere e interventi del dj, si innestano alla perfezione nel sound, non snaturandolo e, anzi, aggiungendogli quel tocco in più che fa la differenza.
Tralasciando le songs chiamate “Darkside” (numerate dall’1 al 4), le quali sono semplici intermezzi strumentali, non ci si può non focalizzare su pezzi come “My Self”, potenza e dinamicità allo stato puro, su “Go Away”, dove la melodia è quasi uno state-of-art, oppure su “With My Eyes”, canzone che inizia con un sample techno prima di scatenare chitarroni e sezione ritmica fitta e incalzante, che vengono mediate dalla melodia.
Ciò che stupisce di questo “Step One” è la maturità del sound, la bravura della band nel saper creare strutture sempre in bilico tra l’easy-listening, che assolutamente non fa rima con banalità, e la pesantezza del metalcore, con un singer davvero dotato ed un’ensemble di strumentisti che offrono una prova corale davvero ottima.
A questo disco non manca niente e personalmente non sentivo roba così convincente da tempo. Di certo non siamo di fronte ad un disco epocale, ma vi assicuro che su label di grido (qualcuno ha detto Roadrunner?), che sono solite trattare questo tipo di musica, possono solo sognarsi una band così. Eccitanti come il Viagra per un impotente.
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