Ricordo ancora oggi quando misi questo cd nel mio lettore, rimasi spiazzato per alcuni ascolti, sinceramente, nonostante tanti anni di ascolto di musica heavy avevo dei problemi a capire come stessero suonando questi 9 pazzi dall'Iowa. Sinceramente venni a sapere di questa formazione tramite internet, una rete che all'epoca di questo esordio discografico non permetteva sicuramente scambi di file e neppure si sognava di ascoltare qualcosa in anteprima, quindi rimasi colpito dal loro aspetto, dal loro modo di presentarsi e dal fatto che erano in nove, la curiosità mi portò dunque ad acquistare l'album a scatola chiusa. A distanza di anni ormai l'assimilazione dell'opera è avvenuta appieno tanto da diventare una delle mie band preferite e questo omonimo lavoro ne rimane il picco più alto, dopo un breve ma gustosissimo intro entra prepotente '(sic)' uno dei brani simbolo degli Slipknot, la furia death si mischia a suoni sintetici, percussioni impazzite, tonnellate di riff heavy che scaturiscono da due chitarre di chiara matrice metal, dietro alla consolle di questo capolavoro troviamo Ross Robinson, l'uomo fautore del successo del suono dei Korn, da qui quindi il facile accostamento che molti fanno, affiancare gli Slipknot ai Korn, niente di più sbagliato a mio modo di sentire, poichè i paragoni si fermano alla produzione del lavoro, che ha quel qualcosa di moderno che certi dischi di fine anni 90 hanno in comune, ma per il resto qui abbiamo 9 pazzi furiosi che picchiano apparentemente quasi senza senso, se si entra dentro il loro cerchio però non se ne esce più, la struttura delle canzoni è complessa, ricordo Hetfield dei Metallica dichiarare a proposito degli Slipknot che non riesce a capacitarsi sul come facciano a suonare in sede live come su disco certi brani. L'alchimia che questi nove sferragliatori riescono a produrre porta ad uno scossone in ambito metal bello forte, amati o odiati gli Slipknot hanno riaperto le porte dell'inferno musicale, riportando in alto il nome del metal, riesumando l'interesse che può suscitare un artista che suona con una maschera celando la sua vera identità, ma è soprattutto la musica di qualità qui prodotta ad aver portato fortuna al combo statunitense. Le prime cinque canzoni dell'album sono frecce appuntite all'arco della band, vanno a segno e sconvolgono l'ascoltatore, in maniera entusistica o negativa, gli Slipknot sono una band destinata a muovere l'interesse intorno a loro poichè non hanno mezze misure, o li adori o li butteresti giù nel buco del cesso, ma il pogo selvaggio che produce una canzone come 'surfacing' poche band possono permetterselo, segno che la band ha le carte in regola per farsi ben volere a livello mondiale. Joey Jordison è un batterista strepitoso nonostante la sua giovane età risulta capace dietro il suo strumento come pochi batteristi in azione in questi anni, dimostrazione ne è il fatto che in poco tempo si è guadagnato il rispetto di tutta la scena, Corey Taylor è un cantante che dietro la voce tipicamente death nasconde capacità che su questo album vengono tenute a freno, anche se punto di forza dell'album è proprio l'integrazione di parti melodiche nel cantato le quali fanno capolino di volta in volta. Due chitarristi Jim e Mick di scuola death, capaci però di guardare oltre verso accordi nu metal, due dj che infilano a dovere sampler allucinati, incanalano follia nei pochi solchi vuoti lasciati dal resto della band, due percussionisti che in sede live finiscono per essere più due comparse dedite all'ultra violenza e all'auto infliggimento del dolore, ma che su disco arricchiscono con i loro tamburi il lavoro già di per sè straordinario del batterista. L'album verso la metà subisce dei rallentamenti con molti sampler da incubo, le canzoni vere e proprie si fondono come una colonna sonora con le immagini che riportano alla mente i suoni psicotici, i dialoghi, i pianti....'purity' è un viaggio sonoro, una canzone atipica che si dimena come un serpente in punto di morte pronto nel suo gesto disperato a lanciare il morso finale al suo assassino. Ascoltare gli Slipknot su quest'album è come sedersi a tavola con 9 serial killers, ognuno terribile nel suo modus operandi, ciascuno abile ad ammaliare e annichilire l'ascoltatore. Chi di voi riuscisse a procurarsi la prima edizione dell'album in versione digipack vi troverà all'interno, poste in chiusura, alcune songs in versione demo che dimostrano quanto una produzione può modificare la riuscita finale di un album, infatti le songs respirano di un'aria quasi hard core in versione demo a rivelare l'origine di tutto questo trambusto sonoro. Album da dieci e lode!!
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