Flykt è una nuova oscura entità misantropica (pressoché inesistente sui social media) che cerca di farsi spazio tra le tenebre dell’underground svedese e a forza di “spingere” è giunta al debut con
“Charnel Heart”, un album che ce li presenta belli in forma, decisi e motivati ad uscire dall’anonimato seppur non ancora pronti ad essere portabandiera di alcunché movimento. Nell’anima della band svedese scorrono diverse influenze ma sicuramente quella dei
Watain è quella che si può notare con maggiore insistenza, senza però che questo ci possa far tacciare la band di mero plagio. A livello ritmico il three pieces svedes fa spesso riferimento ai
Satyricon più attuali e moderni, ma la band di Stoccolma dimostra, ancora una volta, come si possa prendere ispirazione anche da un qualcosa di negativo e riadattarlo in maniera più convincente e interessante, a tal proposito
“The Great Collapse” è un validissimo esempio… La proposta dei nostri svedesi, tra le cui fila militano alcuni ex
Valkyrja, strizza anche l’occhio al death metal, proponendo ora dei patterns di batteria che ricordano i primi
Entombed, e altre volte andando fino nella terra d’Albione per scomodare i
Bolt Thrower (
“Cadaver Of Doubt” ). Pur non essendo un album chissà quanto complicato o articolato,
“Charnel Heart” necessita di diversi ascolti per essere apprezzato in pieno, infatti un primo sommario e frettoloso ascolto potrebbe addirittura farlo passare direttamente nel dimenticatoio, quando invece i quasi 50’ dell’album meritano senz’altro una possibilità. Nell’affollato panorama estremo, e vista anche l’incredibile qualità di molte uscite, i
Flykt per adesso occupano ancora un ruolo secondario, ciò però non gli impedirà di guadagnarsi ancora più spazio se la band saprà continuare con caparbietà e convinzione sul sentiero che ha iniziato a tracciare … A ben vedere scommettere sui
Flykt non è poi un azzardo …
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