Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:44 min.
Etichetta:Primeval Records

Tracklist

  1. PROKOPTON
  2. THE SOVEREIGN
  3. DISSONANCE WITHIN
  4. SNOWBLIND
  5. AT ETERNITY'S GATE
  6. BACK AGAIN
  7. BLOODLINE
  8. IF I SHOULD DIE

Line up

  • Martin Hamiche: guitars
  • Marion Bascoul: vocals, guitars
  • Lucie Woaye-Hune: bass
  • Mickaël Bonnevialle: drums

Voto medio utenti

I francesi Aephanemer - neologismo nato dall'unione delle due parole francesi "éphémère" (effimero) e "fanée" (appassito)- nati nel 2014 come progetto del polistrumentista occitano Martin Hamiche, dopo aver riscosso un discreto successo su Youtube con l'EP strumentale "Know Thyself", nel 2015 sono diventati una vera e propria band accogliendo altri musicisti e pubblicando il debut "Memento Mori" nel 2016.
Li ritroviamo oggi con il loro secondo lavoro sulla lunga distanza, "Prokopton" (colui che “avanza” nel cammino di formazione dettato dalla filosofia), pubblicato da Primeval Records.
Prima di iniziare a parlare di musica occorre sottolineare quanto il quartetto transalpino abbia creduto nel proprio valore e quanto la label stia investendo su di loro: l'artwork dell'album è realizzato da Niklas Sundin (Dark Tranquillity) mentre masterizzazione e mixaggio sono stati curati da Dan Swanö e Mika Jussila.
Ora vedremo se non aver lesinato sugli sforzi ha portato i frutti sperati.

Musicalmente gli Aephanemer appartengono alla deriva sinfonica del death metal melodico, quel genere reso importante da Children of Bodom e Kalmah, gruppi non citati a caso in quanto il sound dei nostri ha moltissime attinenze con le sonorità tipiche della Finlandia rese però personali avendo incorporato partiture di violino tipiche della musica tradizionale est-europea.
Il risultato è un disco che tracima note sino a quasi essere ridondante ed eccessivo nella sua opulenza sonora: i duetti tra le chitarre di Marion Bascoul (sì è una signora ed è interprete di harsh vocals che per timbro, rabbia e potenza fanno arrossire colleghe ben più celebrate....) e Martin Hamiche, sferzanti ed aggressive, ed i violini creano un muro sonoro poderoso e delle sonorità trascinanti.
I brani sono ricchi ed elaborati, dal songwriting convincente e dall'andamento -sebbene a volte ripetitivo - coinvolgente: parlo ad esempio dell'immediata "The Sovereign" con il suo ritornello "a presa rapida" o della graffiante e ricercata "Snowblind".
Validissime anche "Dissonance Within" -grazie ad un break centrale accattivante- e la suite conclusiva "If I Should Die" in cui i richiami a "Follow the Reaper" si fanno più evidenti pur senza mai sconfinare nella mera imitazione.

Alla luce di quanto detto è evidente che -seppur certamente latori di musica estrema- gli Aephanemer hanno sacrificato il lato prettamente "death" in favore di una maggiore accessibilità nelle composizioni.
Il vero punto debole del disco è però una certa monotonia nelle strutture dei brani che, seppur validi, non riescono a spiccare distintamente l'uno dall'altro e perdono quindi di mordente durante gli ascolti ripetuti.
La band è comunque giovane ed ha il tempo per limare questi piccoli difetti, condizione indispensabile per emergere in un mercato così saturo di proposte; resta il buonissimo lavoro fatto con "Prokopton" che me li fa senz'altro consigliare per l'ascolto.
Avercene di band così....

Aephanemer - "The Sovereign"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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