Il ritorno dei Krisiun, notoriamente alfieri del death metal duro e puro e oltranzisti della ripetitività sonora, rappresenta una grossa sorpresa per me, perché, sembrerà incredibile a chi conosce i miei trascorsi con la band, questo disco mi piace!
Risolti i problemi di produzione che avevano inficiato i loro dischi a partire dall’osceno “Ageless Venomous” e avendo fatto mente locale che a cercare di suonare il più veloci e intricati possibili si fa la figura dei coglioni, la band compie un deciso passo avanti, in primis dal punto di vista compositivo. Le canzoni non si perdono più in un marasma sonoro di pseudo-tecnicismi suonati a velocità scriteriate, ma sono realmente violente, groovy, e pur non rallentando eccessivamente, questa volta, spaccano. Anche la prova strumentistica ne risente positivamente, con Max Kolesne che azzarda patterns quadrati azzeccatissimi, il fratello Moyses ricama assoli ficcanti e il singer Alex Camargo finalmente canta in maniera veramente brutale.
Pezzi come il trittico iniziale “Bloodcraft”, “Natural Genocide” e “Vicious Wrath” risultano devastanti, prendendo le distanze dalla recente, ma anche remota, discografia della band, e grazie alla produzione moderna e cristallina perdono anche quel fastidioso senso di deja-vù che li faceva spesso accostare alle prime cose dei Deicide e dei Morbid Angel.
Questo “Assassination” è sicuramente uno dei migliori dischi dei Krisiun, certamente non è il migliore dei dischi possibili, ma indubbiamente getta una nuova luce sulla band. Speriamo proseguano su questa strada, strada che hanno impiegato dieci anni a trovare.
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