Nato come progetto personale guidato da Guillaume Morlat,
Haume Mortal pubblica il suo primo album in questa prima parte del 2019 in seguito ad un lavoro di composizione iniziato già nel 2011.
Solsticesè un album fatto di atmosfere, caratterizzato da pezzi dalla lunga durata che hanno come obiettivo quello di immergerci in un clima freddo e ostile, a tratti selvaggio. La copertina esprime perfettamente ciò che il disco vuole lasciarci: un paesaggio dipinto, ad una prima occhiata poetico, ma che nasconde una glacialità e una violenza di fondo. Questa dicotomia non è altro che una rappresentazione della vita, delle sue infinite sfaccettature e, soprattutto, dei suoi paradossi, riflessi in un certo senso nella natura, fatta di opposti. Questi sono i temi trattati da
Haume Mortal, e la loro musica è, per l’appunto, fatta di opposti che, a mio parere, coesistono piuttosto bene.
Il sound proposto è un mix molto interessante di Black Metal, base della proposta di Haume Mortal, spesso contaminato da derive più Atmospheric, e Doom Metal e ciò che ne esce sono sei tracce che riescono ad essere violente e melodiche allo stesso tempo.
"Yesteryears", primo brano del lotto, ci assale con violenza con possenti riff di chitarra e un cantato in scream da cui traspare tutta la disperazione che l’album vuole convogliare, ma che rimane per tutto l’album in secondo piano, lasciando più spazio agli strumenti. Si tratta di un pezzo dalla durata di oltre 13 minuti e viene lasciato spazio, a più riprese, alla melodia accentuata dall’uso della chitarra classica e della tastiera.
Non si tratta di una traccia semplice e sarà necessario più di un ascolto per digerirla, così come le altre due tracce di simil durata
"Oldborn" e
"Tongueless (Part III)", ma si tratta di pezzi complessi e indubbiamente ben realizzati. Nonostante la durata, infatti, a reggere il tutto, oltre ai cambi melodici, sono le atmosfere e l’esecuzione delle stesse tracce, davvero ammirevole.
Questi tre pezzi, definibili come i tre “tronchi” che costituiscono la parte più importante dell’album, sono spezzati da intermezzi e da brani decisamente meno impegnativi, in modo da mantenere una certa fluidità , difficilmente ottenibile in dischi di questo tipo. Esempio di questi,
“South of No North” della durata di soli due minuti, riesce ad essere un pezzo d’impatto e a continuare il discorso della precedente
“Yesteryears”.A sorpresa, più o meno a metà dell’album, è presente anche una cover, ovvero la leggendaria
"Erblicket Die Tochter des Firmament" direttamente da
Filosofem di
Burzum. La cover è davvero notevole e merita la vostra attenzione perché viene reinterpretata nel genere di Morlat, e non si tratta di una copia carbone del classico di Vikernes. Le atmosfere di questo album si fondono perfettamente con il pezzo di Burzum e quello che ne esce è un omaggio differente dall’originale e proprio per questo interessante, perché riproposto in una chiave inedita e personale.
L’album si chiude con la strumentale
“Mestreguiral”, che presa in sé e per sé è un’ottima traccia, basata su una rilassante melodia alla tastiera immersa nei rumori della natura, come quello della pioggia e del vento, ma che dura decisamente troppo. Avrei preferito durasse intorno ai 3 minuti, perché 9 in cui la melodia si ripete più e più volte li ho trovati un’esagerazione. Tuttavia, scivola senza particolari problemi aggiungendo ll’atmosfera generale.
In conclusione, il mio verdetto su
Solstices è indubbiamente positivo. Il disco ha personalità, anche se pecca un po’ nella fluidità, ma è un difetto che, come ho detto prima, è congenito nel genere quando si fanno pezzi così lunghi. Credo che funzioni più come sottofondo e consiglio una giornata uggiosa per ascoltarlo poiché le atmosfere proposte sono davvero intense e l’album riesce perfettamente nel suo intento. Si tratta di musica sì violenta, ma anche melodica e glaciale, esattamente come può essere un paesaggio di montagna durante un forte temporale: affascinante ma anche pericoloso.
L’ascolto è consigliato, anche perché l’album è scaricabile persino gratuitamente da Bandcamp, in quanto rilasciato con la modalità name your price, in cui è possibile decidere quanto dare agli artisti senza alcun minimo. Ovviamente, se vi piace, sostenete il progetto, ma in ogni caso, date una chance a questi ragazzi perché sanno il fatto loro.