Tempo di compilation per gli ucraini
Drudkh.
La
Underground Activities, sotto etichetta della Season of Mist, pubblica, infatti, questo
"A Few Lines in Archaic Ukrainian" che raccoglie, in quasi un'ora di musica, pezzi che il gruppo aveva pubblicato sotto forma di split-album con altri grandi artisti della scena estrema come Grift, Paysage d'Hiver e Hades Almighty in un periodo di tempo compreso tra il 2016 ed il 2017 cosa, questa, che rende i brani particolarmente omogenei ed adatti a fare parte di quello che possiamo definire un vero e proprio album soprattutto per tutti coloro i quali si fossero persi gli split di cui sopra.
"Poche righe in ucraino arcaico"... un titolo perfetto per una band "perfetta" come i
Drudkh.
Una band che, nel corso degli anni, è assorta a massimo esponente di quell'epic black metal così disperato, così ricco di pathos, così cristallino come solo i Nostri, e pochissimi altri interpreti, sono stati capaci di regalarci rendendo, quindi, ogni loro uscita un must per tutti gli amanti di questo genere di sonorità.
Il "nuovo" lavoro non fa eccezione.
“Golden Horse” e
“Fiery Serpent”, ispirate dai versi dello scrittore ucraino Volodymyr Svidzins’kyi e originariamente pubblicate nello split con gli Hades Almighty che trovate recensito
qui, sono, nella sostanza, l’essenza stessa dei
Drudkh, abilissimi nell'offrirci due pezzi feroci, melodici e dannatamente epici.
“His Twenty-Fourth Spring” e
“Autumn in Sepia”, ispirati il primo dal poeta Bohdan-Ihor Antonych ed il secondo da Mike Johansen e contenuti nello split con Grift la cui recensione è
qui, ci testimoniano, invece, il lato più atmosferico della band attraverso quella innata capacità ipnotica che il gruppo ha sempre dimostrato di avere e che rende le sue composizioni affascinanti nella loro asprezza.
“All Shades Of Silence” e
“The Night Walks Towards Her Throne”, rilasciate nello split con Paysage d'Hiver, chiudono la raccolta e lo fanno alla maniera dei Nostri: pura emozione che si dilata all'interno di composizione lunghe, atmosferiche, violentissime e marcate da quella volontà di ritorno alle origini da sempre tema caro agli ucraini.
Come dicevo più in alto, ogni uscita di
Roman Saenko e soci è sostanzialmente imperdibile, per cui se non possedete gli split da cui i pezzi sono tratti vi consiglio caldamente di mettere mani al portafogli e di scoprire uno degli album più evocativi e sentiti del 2019.
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