Questo primo lavoro sulla lunga distanza dei
Vultures Vengeange è un disco estremo. Non perché la band romana abbia messo insieme canzoni grondanti brutal death o black metal oltranazista, il suono dei nostri è prevalentemente un metal classico, è il modo in cui lo propongono ad essere estremo. Qualcosa di adatto ai veri fan dell'underground, quelli che non hanno paura di muffa e scantinati umidi, quelli che non guardano alla produzione pulita o all'innovazione sonora. Gente vera, ruspante. Ovviamente mi auto-inserisco nella categoria.
I
Vultures Vengeance ci propongono infatti un mix sonoro tra
Omen, Cloven Hoof, Helstar, Cirith Ungol e Jag Panzer (ma pure altri, eh). Tutto è all'insegna degli anni '80, dalle sonorità, alle tematiche, al look, è un vero tuffo nel passato, non fatto da giovini imberbi che quel periodo non l'hanno vissuto e cercano di ricrearlo in modo artefatto ma da ragazzi che amano profondamente questa musica e la vogliono rivivere.
L'album è registrato col culo ed il cantante sembra che stia in una stanza accanto a quella dei microfoni, tanto la sua voce va e viene. Avete presente quando Ace Ventura spiega l'omicidio di Roger Podacter e scorre la porta del balcone urlando? Siamo lì.
Oh, però non lasciatevi intimidire eh, ve l'ho detto che è roba per uomini veri.
La voce di
Tony è un mix di
Hansi Kursch tiratissimo ed un
Blackie Lawless con il mal di gola, a suo modo bellissima, altissima ed assolutamente personale. Il cantato si adatta infatti perfettamente alla musica dei Nostri di cui sottolineo in particolare il lavoro delle chitarre che potrei definire tecnicamente come "fottutamente spettacolare". Le asce sparano un riff memorabile dietro l'altro, fraseggi ficcanti con quel riverbero tipico ottantiano, un momento in arpeggio pulito poi di nuovo power chord, palm mute e melodia. È un vero delirio cercare di star dietro al songwriting arzigogolato (và che parolina) pieno di spunti notevoli ed altri momenti che non si comprendono se non dopo ripetuti ascolti, sempre in bilico tra una grande canzone ed un salto nel vuoto. Gli spunti riusciti sono tantissimi, altrettanti i momenti che ti lasciano spaesato ed alla fine i
Vultures Vengeance vincono.
The Knightlore è un disco assolutamente personale nel suo sapere interpretare la classicità del metal, per come é stato pensato e proposto, pieno di momenti esaltanti, roba da arresto per eccesso di riff cazzuti, roba da lacrime per noi vecchi nostalgici.
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