Se dovessi fare il paragone tra l’ultimo album dei
Marduk e questa nuova fatica del combo black metal nostrano, adottando un termine giornalistico sportivo che usano molto oggi nel calcio, i nostri hanno preso letteralmente a pallate gli svedesi.
Si, perché
Adversus, la nuova fatica dei nostri, ha tutto quello che mancava a
Viktoria personalmente; un lavoro intenso, feroce e totalmente devoto alla nera fiamma.
Un disco che é più realista del re; un album marchiato a fuoco, che conquista e annichilisce.
L’opener “
An eagle upon my shield (Veteris vestigia flammae)”, è un grande esempio di marcia feroce, epica e fiera.
Mid tempo dove le chitarre di
Andrea e del singer
Nicola sfoderano riff nerissimi, con la voce del nostro marziale, aggressiva e supportata da cori nel chorus.
Il drumming di
Aeternus é solido e vario, alterna un’andatura cadenzata a sfuriate in blast beats e progressioni con grande abilità.
“
Carved in disharmony ( Void and essence)”, dopo la rullata tipica del genere attacca ad alzo zero con una scarica di blast beats e riffing nella più pura tradizione swedish.
La voce del singer é aggressiva e feroce, come si conviene al genere le chitarre ricamano riff su riff maligni ma con nelle trame un certo gusto melodico; il brano ha anche delle parti più cadenzate dove i cori esaltano l’attacco delle chitarre prima della sfuriata.
Un brano che ha al suo interno un’epicità nera e senza pietà alcuna.
“
Down lower (Men and ruins)”, é un brano che ha al suo interno trame di chitarra oscure e maligne supportate da un andamento della base ritmica lento e pestilenziale.
I chorus sono sostenuti dai cori che rendono bene l’accento demoniaco prima dell’attacco in blast beat.
“
Celebrate, consume…burn!”, é da manuale; un brano che ha dei riffing seguiti da rullate che sono l’abc del black metal scandinavo; malignità e corruzione.
Brano ad alzo zero con una selva di tamburi mitraglianti; blast beats carico con un grande lavoro fluido di doppia cassa e la ferocia del singer nelle vocals.
“
Idols to hung”, ha un riff praticamente heavy ma virato in maniera estrema.
Un brano che dal mio punto di vista dal vivo renderebbe alla grande, per la marcia quadrata e la fluidità dei cambi di tempo con un gran lavoro di chitarre che scatenerebbero il su e giù delle teste.
Un disco che cementa ancora di più lo status dei toscani; un disco da acquistare praticamente a occhi chiusi e orecchie aperte, da avere e conservare gelosamente.
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