Kotka è una cittadina della Finlandia meridionale affacciata sul Mar Baltico; di fronte alle sue coste vi è un folto gruppo di piccole isolette, fine delle notizie persino su Wikipedia.
Gli dei del metal però -come ben sappiamo- guardano spesso alla terra dei mille laghi con particolare benevolenza e nel 2013, da queste coste, si è levato il primo vagito di una band pregna di tutta la magia musicale che aleggia sulle lande del grande Nord.
In un mondo giusto i
Marianas Rest sarebbero già sulla bocca di tutti gli appassionati dopo il loro pazzesco debutto, "
Horror Vacui", datato 2016; purtroppo invece il lavoro è rimasto confinato al passaparola nel sottobosco underground.
Ma noi di Metal.it vogliamo bene ai nostri lettori per cui ve lo offriamo qui di seguito:
La finnica
Inverse Records fortunatamente ha capito subito che vi era un diamante nel Golfo di Finlandia e -dopo averli reclutati- ha pubblicato il secondo disco di
Jaakko Mäntymaa e compagni dal titolo "
Ruins".
Mettete in un blender la tristezza e l'introspezione degli Swallow the Sun insieme al gusto ed alle ricercatezze melodiche degli Insomnium ed avrete un'idea della musica che i
Marianas Rest propongono con personalità spiccata.
Il nuovo lavoro è un inno alla malinconia, figlia di intere giornate trascorse ad osservare un opprimente cielo plumbeo congiungersi ad un mare color acciaio ed ingoiare tutta la poca luce disponibile; un mare nel quale molte storie tristi trovano la loro fine.
"
Ruins", rovine, è tutto ciò che resta.
Ogni brano è un viaggio fatto di tristezza, solitudine ed angoscia, con nessun altro che il proprio io per compagno: otto canzoni in cui doom, death melodico e brevi tratti black si uniscono per formare pura arte sonora.
Già dopo l'opener "
Kairos" e la successiva "
The Spiral" si potrebbe essere appagati, ma i nostri migliorano ancora con "
Hole in Nothing" e con le sinuose sonorità di "
The Defiant" che deflagrano nella magnifica "
Unsinkable".
Vi sarebbe già materiale sufficiente per un ottimo disco, ma il trittico finale che si chiude con "
Omega" (a mio modesto parere il vero gioiello del platter) reclama a gran voce qualcosa di più.
La prova dei sei ragazzi è incredibile:
Jaakko Mäntymaa offre dietro il microfono una varietà di scream, growl ed harsh vocals completa e potente, la sezione ritmica
Heininen/Lindman è un frangiflutti senza alcuna crepa, ma ciò che rende i
Marianas Rest una band fuori dal comune è la magia sprigionata dalle tastiere di
Aapo Koivisto e dai duetti dei due chitarristi
Harri Sunila e
Nico Mänttäri.
In ogni canzone loro tre sono assoluti protagonisti, scolpendo melodie e trame talmente toccanti che cedere alla maliconia diviene una necessità.
E perdoniamo -a fronte di tanta bellezza- se la struttura delle canzoni è abbastanza ripetitiva: la perfezione non è di questo mondo.
Siamo a due grandi dischi su due pubblicazioni: il debutto non è stato quindi un caso fortunato e dobbiamo considerare i
Marianas Rest come una magnifica realtà nella storia recente della nostra amata musica.
Accettate quindi il mio invito e perdetevi tra le "rovine"...
Marianas Rest - "
Omega"
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