Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:30 min.

Tracklist

  1. THE REAPER
  2. ANOTHER GOD
  3. QUEEN OF HATE
  4. HOME
  5. MR. SUCKER
  6. GOING WRONG
  7. ESCAPE
  8. JUNGLE

Line up

  • Dodo: vocals
  • Paul: guitar
  • Patch: guitar
  • Lux: bass
  • Dan: drums

Voto medio utenti

Una band da tenere sotto “stretto monitoraggio”, questi Kamion, provenienti dal Veneto, entrati di recente nel ricco e affidabile roster promozionale dell’Atomic Stuff e influenzati principalmente da formazioni quali Black Label Society, Metallica, Alice In Chains, Alter Bridge e Machine Head.
Tanta rabbia, riff granitici e una sezione ritmica che non lascia scampo, ma anche una certa intrigante propensione melodica, travolgono l’astante durante l’ascolto di “Gain”, un dischetto di debutto che non esito a definire una piacevolissima sorpresa, soprattutto per come riesce a calibrare le varie componenti del suono con sagacia ed equilibrio.
Non è facile, infatti, trovare tanta “misura” in un gruppo esordiente, verosimilmente smanioso di sfogare tutte le frustrazioni accumulate in un percorso artistico non proprio agevole (nati nel 2014 i nostri hanno faticato non poco a raggiungere la configurazione attuale), ed ecco che la “maturità” con cui viene affrontata la materia diventa certamente una delle prerogative più significative di questo coinvolgente lavoro.
Il cantato ruvido, irriverente, comunicativo e sempre “a fuoco” di Dodo rappresenta il classico “valore aggiunto” di una porzione esecutiva compatta e massiccia, grondante di groove e tuttavia, come anticipato, attenta anche ed evitare soffocanti eccessi di monoliticità attraverso l’inoculazione di ponderate dosi di melodia.
Si parte con la carica devastante di “The reaper” e “Another god”, due cupe bordate metalliche in grado di “spettinare” ogni appassionato del genere (almeno quelli che, per questioni tricologiche, si possono permettere di subire tal effetto …) e se “Queen of hate” è un denso grumo sonoro che evoca con buongusto certi BLS, “Home”, arriva addirittura a fondere Exodus e Godsmack, esplodendo in un ritornello di sicura presa emotiva.
Un paio di episodi leggermente meno riusciti a dispetto di un’immutata potenza (“Mr. Sucker” e “Going wrong”), prelude alle ultime due deflagrazioni del programma: “Escape”, scorticante anthem “da concerto” e “Jungle” un manifesto di fosco magnetismo di notevole suggestione.
Per trasformare lo “stupore” in una “certezza” manca davvero poco … forse solo un pizzico di maggiore “riconoscibilità”, utile a completare un tracciato espressivo già parecchio promettente … quindi, cari Kamion, sappiate che vi tengo d’occhio e che non amo per nulla essere deluso …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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