Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:50 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. BFTIVV
  2. VENOMOVS TRIANGLE
  3. VORACIOVS EGREGORE
  4. TRANSVBSTANTIATION
  5. IRA DEI
  6. OV DANCING SNAKES AND CIRCLING CROWS
  7. EMERGENCE
  8. SATVRNIAN ASCENSION

Line up

  • NKR: drums
  • NGH: vocals, guitars
  • PRZ: vocals, guitars
  • HRS: bass, vocals

Voto medio utenti

I francesi tornano con un disco che puzza di zolfo lontano un miglio, un lavoro nerissimo e senza speranza.
Un album che è composto di soli otto brani, ma che ha al suo interno atmosfere infernali pregne di malignità.
Un vortice verso l’abisso fatto di puro black/death metal totalmente devoto alla causa.
L’opener “Bftivv”, fa da introduzione all’opera con un coro monastico seguito da percussioni e un tappeto di tastiere oscuro; per poi aprirsi verso arpeggi acustici brevi e orchestrazioni.
Venomous triangle”, ti precipita nel punto più depravato dell’abisso infernale con riffing neri come la pece e blast beats.
L’impatto é devastante, le urla sono altissime con screaming death/ black metal; si sente un’influenza svedese nello stile dei nostri, soprattutto nell’uso del riffing.
La melodia é maligna e richiama anche certi Watain soprattutto nei rallentamenti con sfuriate improvvise; c’è anche un intermezzo atmosferico ricco di tensione e rumori inquietanti con arpeggi e una sensazione di estraniamento.
Voracious egregore” ti assale con un blast beats e riffing caliginosi di pura scuola scandinava con un qualcosa legato al death di stampo americano.
Lo screaming é presente con rabbia maligna; la sezione ritmica ha cambi di tempo fluidi e le chitarre lasciano trasparire una melodia appena percettibile tra i riff neri e gelidi.
Il brano ha anche un rallentamento pesante e quasi doom/black metal con cori e chitarre a dare ancora più pathos solcato da urla dolorose.
Ira dei”, é proprio furia pura con un blast beat martellante e riff black/death seguiti da screaming e growl cavernosi.
L’influenza swedish qui é presente con melodie drammatiche in mezzo all’impatto estremo della formula dei nostri, che ha anche un rallentamento maligno.
All’interno troviamo una parte recitata in lingua madre urlata, lacerante e dolorosa con riffing black metal e tempi cadenzati che proseguono verso la conclusione del brano.
Con “Emergence", l’impatto rallenta ma il grado maligno no; mid tempo pesantissimo con chitarre nere e riffing dotati di epicità nera e sulfurea.
Ma é la calma prima della tempesta devastante del blast beats con screaming altissimi e rabbiosi; il brano ha anche rallentamenti dove le chitarre ricamano melodie maligne nel solo.
Un disco dove non esiste speranza, redenzione o salvezza; a dispetto della copertina dove il bianco è quasi dominante e fa emergere una tinta giallastra, sentendo questo album, l’unica tinta è il nero, fosco e opprimente nero; da avere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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