Nati nel 2013 dalle ceneri dei
Compassion Dies, con il cambio di moniker il tiro statunitense dei
Suffering Hour è allo stesso tempo passato da un metal dalle influenze thrash ad un death metal dalle tinte fosche ed apocalittiche che loro stessi definiscono come “cosmic blackened death metal”.
Al di là delle etichette – che lasciano il tempo che trovano – la band include nelle proprie preferenze gruppi quali
Dead Congregation, Mgla, Deathspell Omega e The Chasm, acts che riescono con abilità attraverso la loro musica a creare sonorità opprimenti e sofferenti, e i cui riferimenti abbondano nella produzione dei Nostri.
Successore del fortunato
“In passing ascension” del 2017, “
Dwell” è un EP costituito da una unica canzone della durata di oltre diciotto minuti. Ovviamente una traccia così lunga è suddivisa in più movimenti, i primi quattro minuti, sostenuti dal tremolo di una semplice linea di chitarra distorta e dilaniata che tanto deve al funeral doom, costituiscono una sorta di “introduzione” che conduce al resto del brano dai ritmi più elevati.
E qui si fa sul serio, perché i
Suffering Hour sono dannatamente abili nel gestire distorsioni, dissonanze, improvvisi riff nervosi, intensi, scattanti destinati a creare una sola cosa: il disturbo nell’ascoltatore.
La band attrae a sé con melodie sinistre, orrorifiche, fredde e scure come le acque di un fiume stigeo o un soffio di aria fetida, senza per questo cadere nella monotonia, nella scopiazzatura, nella ripetizione per giustificare la forte durata.
Certamente questa uscita rafforza la band, dimostrando coi fatti che il precedente full l enght non è stato un episodio isolato, e non fa altro che farci crescere l’attesa di un nuovo capitolo.
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