Dopo le esperienze con gruppi quali Summit e The Clearing Path, il polistrumentista
Gabriele Gramaglia da sfogo al suo, notevole, talento musicale grazie al primo album del suo nuovo progetto
Cosmic Putrefaction che, come i lavori degli altri suoi gruppi, vede la luce grazie alla sempre attenta
I, Voidhanger Records.
"At the Threshold of the Greatest Chasm", questo l'emblematico titolo dell'album, dura "solo" trenta minuti.
Trenta minuti nei quali, tuttavia, i
Cosmic Putrefaction sono perfettamente in grado di cogliere il loro distruttivo obiettivo: suonare death metal e suonarlo bene.
L'album, in bilico tra vecchia scuola di act come Immolation e Incantation e nuove derive estreme come Gorguts o Diocletian, risulta essere massiccio, contorto (ma non troppo), pesante, devastante come dovrebbe essere, sempre, il metallo della morte, e sottilmente "folle" grazie ad una non troppo nascosta predilezione per certe atmosfere sbilenche tanto care ai Voivod o, per restare in terreni death, ai Nocturnus, soprattutto quando i Nostri si cimentano con soluzioni oniriche esaltate dall'uso mirato delle tastiere.
Con tutto questo po' po' di riferimenti era lecito aspettarsi che
"At the Threshold of the Greatest Chasm" fosse un ottimo lavoro ed infatti il risultato finale è di sicuro spessore a conferma del fatto che
Gabriele Gramaglia è uno dei musicisti estremi più preparati del nostro paese, un musicista al quale, ovviamente, va dato il nostro supporto.
Dunque, se amate il death metal intelligente, le atmosfere spaziali, le dissonanze, il gelo del vuoto interstellare e la musica "in your face", non avrete difficoltà ad amare l'esordio dei
Cosmic Putrefaction che vi consiglio, caldamente, di comprare.
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