A dispetto di un nome non propriamente adatto ad un rocker che "si rispetti" e forse più idoneo al protagonista di una striscia umoristica ad ambientazione "metalmeccanica" (Ok, la battuta è pessima, lo riconosco, ma in un mercato discografico con un'offerta così traboccante, anche dettagli come questo, hanno, purtroppo, il loro peso) il nostro Johnny Lima giunge con "Version 1.2" alla sua quarta prova discografica a lunga durata (prima per la label britannica Escape), uno splendido esempio di "franchising" musicale attuato nei confronti della premiata ditta Bon Jovi!
Ad onor del vero, bisogna dire che non si tratta di materiale completamente inedito, ma sostanzialmente della riedizione dei brani contenuti nel suo primo album solista omonimo (1996) ormai di difficilissima reperibilità, realizzati con testi modificati e nuovi arrangiamenti, il tutto addizionato ad un paio di canzoni nuove o rare, a comporre questo dischetto la cui pubblicazione cerca presumibilmente di sfruttare il momento discretamente propizio per il rilancio delle classiche sonorità dell'hard rock melodico ottantiano.
Non discuto che l'ispirazione del nostro simpatico polistrumentista americano d'origine portoghese possa anche essere "sincera" e non (troppo) studiata, ma le similitudini con il suo maggiormente famoso collega sono talmente evidenti, sia dal punto di vista del songbook, sia da quello della timbrica e dell'approccio interpretativo (a volte davvero impressionante!), da destare più di una perplessità.
Escludendo questo "trascurabile" dettaglio, il dischetto non si può definire malvagio e anzi in alcuni momenti è assai "caruccio", pieno com'è di canzoni ottimamente ideate ed arrangiate (con un importante contributo tastieristico), dai contenuti "citazionistici" piuttosto ben confezionati.
Non sarà difficile, infatti, se amate questi suoni, immaginarsi sotto un palco, pressati da una folla "oceanica" (magari allietati da qualche gradita presenza femminile), intenti a scandire i refrain di "Little runaway", della rocciosa "Rock 'n' roll river" e di "Something's gotta change", suonare la propria air guitar e battere il tempo durante l'ascolto di "Never gonna let u go" e "Reckless heart", godere delle armonizzazioni di "Drift away" e della contagiosa melodia di "Crazy" oppure ancora "sospirare" e "commuoversi" con la gemma romantica "Here for you", tutti brani sicuramente di buonissima fattura e degni di nota.
"Version 1.2" è un lavoro da consigliare, dunque, principalmente ai fans irriducibili di Johnny Lima (are there anybody out there?), ai completisti assoluti del suono rockettaro degli eighties, ovvero a chi voglia (ri)ascoltare un po' di questa "vecchia roba", magari deluso dalle nuove prove del signor John Francis Bongiovanni o perlomeno refrattario a rimpinguare ulteriormente un conto corrente sicuramente alquanto cospicuo, sostenendo invece questo suo, peraltro piuttosto valido, "surrogato".
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