Sesto album per gli
STORMLORD che con questo "
Far", che segna anche il ritorno presso casa
Scarlet Records dopo un viaggetto in Spagna con la defunta Locomotive ed in Germania con la Trollzorn, chiudono anche quel cerchio iniziato a disegnare nel 2009 con lo splendido "
Mare Nostrum", che ha dato l'inizio alla seconda parte di carriera del gruppo capitolino, in cui il black (e successivamente) death metal dei nostri ha ceduto il passo a qualcosa di molto epico e sinfonico, pieno di sfumature, grandi melodie ed orchestrazioni, con sforzi assai importanti anche a livello di ricercatezza dei testi e trasmissione delle emozioni con il colore costantemente cangiante anche all'interno dei singoli brani che costituiscono la loro musica.
Questo spiega abbondantemente sia la parentesi di sei anni trascorsi dal capitolo precedente, sia il fatto che spesso combinare tutto ciò possa risultare terribilmente arduo, con la possibilità di non riuscire a mettere a fuoco ogni singolo elemento. Nonostante - ed anzi, a maggior ragione - per il rispetto e l'amicizia ultraventennale che mi lega ad alcuni di loro, non ho mai nascosto l'incapacità del precedente "Hesperia" di riuscire a penetrare nel mio animo, assimilandolo nel mio percorso personale a grandi dischi, seppur diversissimi tra loro, che non sono mai riuscito ad ascoltare nella loro interezza, tipo "
Ragnarok" dei
TYR o "
Destroy Erase Improve" dei
Meshuggah, ottimi a piccole dosi ma decisamente troppo mastodontici e complessi per goderseli appieno dall'inizio alla fine, come peraltro meriterebbero vista la cura e le attenzioni riposte nella loro composizione.
Per fortuna ma sopratutto per loro grande abilità, il nuovo "Far" va a sistemare le imperfezioni di "Hesperia", tornando ad un sound sempre magniloquente ed epico, com'è giusto che sia, ma che guarda maggiormente a quel "Mare Nostrum" che tanto ci impressiono', allo stesso tempo osando ancor più in direzione "cinematografica", senza mai perdere di punto il focus principale della musica, quella di un mix tra un atmospheric black metal ed un death metal melodico su cui poter caricare tutta quella drammaticità mediterranea a cui i nostri si affidano da lunghi anni, esaltando così le nostre origini e la nostra storia, lasciando anche lo spazio per tematiche alla Conan il Barbaro di
R.E. Howard come nel brano “
Cimmeria”.
Nonostante "Far" si possa considerare come il loro disco più elaborato è allo stesso tempo meno ostico di "Hesperia", si lascia apprezzare appieno in un ciclo di ascolti assai inferiore e rimane sempre emozionante, con le mille ricchezze da scorgere meglio ad ogni ulteriore passaggio, una concezione assolutamente fuori tempo se diamo retta ai sostenitori della fruizione da Spotify, ma che impreziosisce e valorizza il concetto di Musica con la M maiuscola.
Tanti ospiti ad arricchire quest'opera con il loro personalissimo contributo (voglio citare per tutti
Marco Palazzi dei
Sailing to Nowhere), l'eclettismo vocale di
Cristiano Borchi, sempre a proprio agio con il ventaglio di possibilità che la sua ugola gli consente, una prova devastante alla batteria del sempre più incredibile
David Folchitto che completa una sezione ritmica inesauribile con
Francesco Bucci al basso, gli assoli sognanti e le ritmiche rocciose della coppia
Angelini-Caprino e le ricchissime ed emozionanti tastiere di
Riccardo Studer dipingono un quadro stavolta pressochè perfetto, come sempre prodotto in maniera esemplare da
Giuseppe Orlando e lo stesso Studer e masterizzato da
Simone Mularoni dei
DGM ai Domination Studios di San Marino ed arricchito ulteriormente dal magnifico artwork di
Gyula Havancsak che riprende i due album precedenti,
"Far" è semplicemente il disco migliore che gli Stormlord potessero comporre ad oggi.
L'incedere elegante e seducente di "
Mediterranea", la maestosa title track, l'orgogliosa "
Invictus", la rabbia di "
Sherden": al di la' dei gusti personali e dal successo relativo che questo disco otterrà, "Far" è la dimostrazione che, oltre la ricerca dei facili consensi e la decostruzione di un sound reso sempre più semplice ed accessibile per ingraziarsi l'ignoranza del grande pubblico da parte dei grandi nomi della scena (praticamente tutti quelli a cui gli Stormlord vengono accostati nella biografia promozionale dell'etichetta), c'è ancora qualcuno che si approccia alla musica come questa dovrebbe sempre essere considerata:
ARTE.