Se uno dei siti di diffusione di filmati pornografici introducesse la categoria “vedove” farebbe sicuramente il pieno … di metallari ! Diciamolo chiaramente cari metalheads, tranne i soliti progressisti scassa palle , siamo tutte delle inconsolabili vedove di quella band, piuttosto che di quell’album, molti di noi vivono nell’attesa di
“Master Of Puppets II” ma allo stesso tempo denigriamo
“Keeper III” … non vediamo l’ora che si riformino i veri
Sepultura, ma intanto (giustamente) critichiamo i
Paradise Lost tornati all’ovile … in un continuo voltarsi all’indietro il metallaro idolotra i tempi andati e non si gode quelli presenti … e così il debut album dei
Gardsghastr potrebbe mettere d’accordo chi sognava un
“In The Nightside Eclipse” prodotto meglio e chi proprio non ce la fa ad andare oltre
“Moon In The Scorpio” nella robusta discografia dei
Limbonic Art … Un paragone pesante certamente, ma
“Slit Throat Requiem” racchiude in se tutte le migliori caratteristiche di questi due leggendari album con, ad esempio, in più la presenza di un batterista vero, rispetto ai
Limbonic Art, che dona quel lato “umanoide” ad un album che è che di per se è talmente freddo e glaciale da trasmettere un forte senso di inadeguatezza e di estraniamento verso questa vita … In alcuni momenti il senso di negatività che permea i pezzi arriva a livelli di guardia e ci fa entrare nell'impenetrabile sfera nichilista cara ai
Dark Space … Un susseguirsi di emozione nere, di atmosfere tetre e sinistre tirate allo spasmo che provano mentalmente, fisicamente e moralmente l’ascoltatore … Quando ho ascoltato per la prima volta quest’album non mi aspettavo di trovarmi di fronte a un tale livello di “malattia” , certo sapere che c’era anche
Swartadauþuz (mastermind di
Bekëth Nexëhmü dietro a questo progetto mi aveva in parte preparato, ma sinceramente mai mi sarei aspettato che la fusione del suono di
Bekëth Nexëhmü e
Chaos Moon in salsa 90s potesse portare a tanto.
“Slit Throat Requiem” è un album che come il nuovo
Vargrav (uscito un paio di settimane dopo quest’album) è inno al black metal delle origini e a quegli artisti che hanno saputo trovare sin da subito un posto di riguardo in una scena che sarebbe finita per essere sovraffollata, spesso da cialtroni, ma che inevitabilmente avrebbe lasciato il sogno nella storia del metal … Alla luce di quanto prodotto da questo “super gruppo” speriamo solo che quest’album non rimanga un caso isolato … Che le vedove si riuniscano pure e lascino scorrere lacrime di pura commozione e giubilo per lodare allo sfinimento questo “momento di splendore” nelle loro grigie vite nostalgiche …
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