Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:46 min.
Etichetta:Vrec Music Label
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LIAR
  2. BLACK ROSE
  3. ON THE ROAD
  4. WHISKEY AND FLOWER
  5. DRIVE CRAZY
  6. STARS
  7. TAKE ME HIGHER
  8. MOTHER
  9. WILD SUN
  10. ANYTIME

Line up

  • Jack Stone: vocals
  • Matteo Giommi: guitars
  • Michele Greganti: guitar, backing vocals
  • Fabrizio Raffaeli: bass, backing vocals
  • Fabrizio Ricci: drums

Voto medio utenti

A quattro anni di distanza dall’Ep autoprodotto “Lost in paradise” (pubblicato sotto la denominazione Twelve), i pesaresi Twelve Back Stones tornano con il loro debutto sulla lunga distanza prodotto da Pietro Foresti (Tracii Guns e Scott Russo, tra i molti artisti con cui ha lavorato) e patrocinato dalla Vrec Music Label.
Il genere proposto dal valente quintetto capitanato da Giacomo ‘Jack Stone’ Magi è un hard-rock apparentemente piuttosto “essenziale”, ma scritto e interpretato molto bene, in cui la gestione oculata delle tante influenze (Rolling Stones, The Dead Daisies, Velvet Revolver, The Cult, nonché barlumi di Vain e finanche qualcosa degli U2) si traduce in un ascolto assai gradevole e coinvolgente, “fresco” e adatto anche alla radiofonia contemporanea.
La voce piena ed espressiva di Jack Stone è il classico valore aggiunto della situazione, all’interno di un disco che ha il pregio di non annoiare mai anche grazie alla discreta varietà dei temi proposti, che spaziano con disinvoltura e classe innata dal riffone e dalla melodia catalizzante di “Liar” alle atmosfere crepuscolari e catartiche di “Anytime”.
In mezzo, tanta altra “bella roba”, rappresentata dalle fosche pulsazioni di “Black rose”, dalle esplosioni anthemiche di “On the road”, dal clima “vagabondo” della malinconica “Whiskey and flower” e della palpitante “Drive crazy” e poi ancora dalle spiccate virtù adescanti di “Stars”, “Take me higher” e dell'intrigante "Wild sun”, una traccia che piacerà sicuramente ai fans di Ian Astbury e Billy Duffy.
Tra tante gradevolezze arriva poi la vera gemma di “Becoming” … si chiama “Mother” ed è uno splendido concentrato di conturbante forza espressiva alimentato da scorie di lirismo dark-wave, a ulteriore testimonianza di un bagaglio ispirativo ampio e variegato, governato con personalità e buongusto.
Talento, cultura, intensità, doti empatiche e pure un pizzico di sagace “ruffianeria” … i Twelve Back Stones hanno tutto per piacere fin da ora e “crescere” ulteriormente in temperamento … non rimane che sperare che il pubblico dei rockofili, spesso un po’ “distratto”, se ne accorga e li sostenga come meritano.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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