Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. WOZGLAS
  2. DZIEWIATYJ CZAS
  3. WIECZERNIA
  4. POWIECZERJE
  5. POLUNOSZNICA
  6. UTRENIA
  7. PIERWYJ CZAS
  8. TRETIJ CZAS
  9. SZESTOJ CZAS
  10. LITURGIYA

Line up

  • Paweł Jaroszewicz: drums
  • Варфоломей: vocals

Voto medio utenti

Personalmente dei polacchi Batushka ne avevo solo sentito parlare bene e ho letto qualche articolo in proposito.
Ma gli autori del debut Litourgiya, si sono separati col coltello fra i denti; tra accuse, rivendicazioni sulla paternità del gruppo e altre cose che sinceramente preferisco stendere un velo pietoso.
Occupandoci di musica, ora convivono due entità separate dallo stesso nome, ognuna con un suo marchio ben definito e questo é il secondo album della band ufficiale.
Il nuovo album si apre con una voce salmodiante e con campane a morto e sacralità blasfema, no, non é un errore; la band ha questa cifra stilistica, ovvero prende elementi della cultura religiosa di tipo ortodosso della propria terra, per rovesciarli di significato in un tessuto black metal di ampio respiro.
Dziewiatyj czas”, si apre con campane a distesa e un riffing dal taglio drammatico e uno screaming da il via al mid tempo ricco di melodia delle chitarre.
Un brano che ti entra piano dentro per la forza emotiva che porta e con cori che recitano inni di gioia in risposta e accelerazioni, a proposito di cori, qui saranno la cifra portante che donano pathos emotivo e un che di epico.
Wieczernia”, viene introdotta da cori sacrali, ma poi ecco l’entrata della batteria e della chitarra con un riffing metal che si tramuta in una cavalcata lenta con chitarre in tremolo e cori drammatici.
Lo screaming é alto e doloroso mentre le chitarre incrociano i riffing in un mid tempo roccioso e pesante per poi accellerare in un up tempo; verso la fine riecco il rallentamento con chitarre melodiche in tremolo e cori.
Polunosznica”, inizia con una canzone cantata in lingua madre, la melodia sembra triste che poi porta ad un arpeggio sacrale.
Le chitarre prendono vigore con riffing intensi e accelerazioni di taglio black metal e screaming che vengono doppiati dai cori; il blast beats é intenso e furioso; all’interno c’è l’apertura epico/ drammatica dei cori con lo screaming che interviene e replicano l’arpeggio melodico iniziale, un brano intenso e ricco di pathos.
Pierwyj czas”, “Tretij czas” e “Szestoj czas”, sono tre brani concatenati come fossero una suite; la cifra stilistica é delineata da scossoni black metal con riffing feroci a squarci melodici di taglio sacrale/drammatico.
Il brano conclusivo “Liturgiya” (notate bene il collegamento con il quasi omonimo debutto), inizia con una voce salmodiante per poi mutare in un brano doom/black metal lento, pesante con cori in sottofondo e un tocco ben palpabile blasfemo.

Un disco che è un esempio di come il black metal può essere riletto con una sensibilità melodica ma senza toccare o togliere la misura diabolica che lo genera; un grande ritorno, da avere!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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