Sacrilege, autori di molti dischi in poco tempo (sette in otto anni), le possibilità sono due: tante idee e tanta voglia di suonare e registrare nuova musica, o “facciamo tanti dischi, prima o poi qualcuno ne noterà uno”.
Potrebbe anche essere un incrocio tra queste due tesi: in “In
The Court Of Insane” ci sono diverse buone idee, belle canzoni (
Celestial City, Bring Out Your Dead, The Prophet), ma spesso, se si ascolta il disco dall’inizio alla fine, tutto d’un fiato, si notano delle ripetizioni, dei riff, delle melodie e delle soluzioni che ti sembra d’aver sentito mille altre volte (
Lies, Depression). Soprattutto nella title track e in
Bring Out Your Dead si viene a creare una bella atmosfera, un bell’ambiente che sa trasportarti nella corte del pazzo, tra folli risate e nella successiva traccia dall’arrivo di un cavallo e del suo cavaliere.
Belli assoli, in bene o male tutte le canzoni, evidentemente ben curati, il tutto imbastito da una buona produzione ottantiana, che non puzza di vecchio ma con suoni moderni e non drasticamente appiattita da “motivi di marketing”, anche perchè la Pure Steel Records non è una etichetta enorme, che però in questo periodo ci sta donando bei dischi.
La copertina è perfettamente azzeccata, un salone messo a soqquadro, per far stare a suo agio il re, teste mozzate, servitori mascherati e animali morti, un tripudio di gioia ed amore insomma.
Se vi piacciono queste sonorità classiche che richiamano quando i
Satan, quando gli
Angel Witch o cose a tratti doom e “
NWOBHMeggianti” è un disco comunque consigliato.
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