Sui
Batushka e la relativa diaspora con litigi vari mi sono già espresso nella recensione precedente.
Queste cose, le lascio volentieri alle persone affamate di gossip; io mi devo occupare solamente di musica, del contorno sinceramente me ne frego.
Questo è l’album degli “altri”
Batushka, ovvero la formazione one-man band del cantante
Krzysztof Drabikowski.
Questo esordio non ha titoli dei brani, tanto che le otto tracce composte per il disco recano il titolo “canzone” seguito dal numero di riferimento.
La traccia uno dopo un’introduzione arpeggiata in crescendo con chitarre, tastiere e voci esplode con potenza in un mid tempo drammatico seguito da cori tenorili maschili e esplosioni in blast beats.
La produzione è potente e pulita e le chitarre graffiano bene con melodie di chitarra e sul finire ecco lo screaming alto e acido.
La traccia due è un pezzo terremotante ma sempre sostenuto dallo screaming selvaggio e cori drammatici con inserti in blast beats di stampo black metal.
Le chitarre in tremolo dipingono scenari drammatici, ci sono anche rallentamenti con aperture di taglio epico davvero eccellenti; all’interno del brano c’è anche una parte arpeggiata con cori in sottofondo che poi vengono amplificati in un mid tempo possente ma mantenendo la caratteristica melodica.
Il quarto brano viene aperto da cori e un arpeggio che porta a un mid tempo black metal con tremolo maligno e attacco in blast beats sul quale lo screaming agisce veloce.
Ma non é tutto perché le ritmiche sono intinte nell’epicità heavy ma virata in maniera drammatica con percussioni in blast beats e interventi di cori.
La quinta traccia aperta da un arpeggio e un mid tempo di stampo doom e voce possente ed evocativa.
La melodia qui é drammatica sorretta dalle chitarre, gli interventi in blast beats aumentano il grado di pathos e lo screaming é udibile anche se messo in secondo piano rispetto alla musica; in coda il brano diventa una marcia lenta drammatica ed evocativa.
L’ottava e ultima traccia aperta anch’essa da un arpeggio che viene subito doppiato da tremolo di stampo black metal e cavalcata serrata in doppia cassa con blast beat incorporato.
La melodia di taglio drammatico vira in un mid tempo con lo screaming alto e straziante; anche qui i cori tenorili sorreggono l’anima epica della formazione con l’apertura melodica nel finale epica, vigorosa e intensa.
Questo debutto al pari di
Hotspodi che ho recensito precedentemente è intenso con qualche differenza ma qualità assoluta nel proporre un metal estremo che bilancia pathos drammatico ad assalto epico.
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