Se gli
Anaal Nathrakh durante una delle loro passeggiate nei ridenti parchi della solare Birmingham, incontrassero i
Napalm Death e iniziassero a “jammare” per deliziare uccellini, scoiattoli e ignari passanti, cosa ne verrebbe fuori? Un gran casino sicuramente, ma magari qualcuno potrebbe decidere di registrare le sdolcinate melodie di questo supergruppo e una volta tornato in Germania, in quel di Brema precisamente, dare alle stampe il proprio album di debutto … Non deve essere andata molto lontana da questa storia immaginaria il concepimento di
“Ritual In The Absolute Absence Of Light” , album che lancia la one man band tedesca
Cult Of Extinction, nel panorama estremo. Tanti e continui sono i richiami alle due bands della terra d’Albione, se poi ci aggiungiamo un sano tocco di inumanità dettata dalle macchine, avremo ben chiaro il quadro che si para davanti a noi … Un gustoso affresco che poggia su un terremotante drumming grind oriented, chitarre death spaccaossa e una leggera ma importante dose di black metal primordiale, per una distruzione totale dei padiglioni auricolari … Niente per cui far pazzie, ma se siete degli amanti del sottile filo rosso che divide la musica estrema dal rumore gratuito, dovreste fare un pensierino a quest’album. In soli 30 minuti (per fortuna) si passano in rassegna tutte le nefandezze sonore tanto care a noi estremisti, a dire il vero mancherebbe un po’ di sano doom per completare lo scettro estremo, ma a che serve soffocare quando si può schiacciare tutto sotto il peso della propria mortale musichetta? Nessuna melodia, nessun ritornello, nessun momento di pausa. Panzer impazzito!
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