Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:41 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. SILVER LINING
  2. ROCKSTAR JUNKIE
  3. SCREAM
  4. COLLIDE
  5. OUTTA THE BLUE
  6. BLINDERS
  7. TIL THE WELL RUNS DRY
  8. HUMAN RACE
  9. HOW DOES IT FEEL
  10. WHAT IT'S LIKE
  11. OVERDRIVE

Line up

  • Todd Poole: vocals
  • Scott Trammell: drums
  • Josh Weil: bass
  • Jeff Caughron: guitar

Voto medio utenti

Qualcuno si ricorda dei Roxy Blue? Non in moltissimi, mi sa, anche perché nel 1992 quando uscì il loro debutto, "Want some?”, l’attenzione di pubblico e critica era già attratta da sonorità piuttosto lontane dal cosiddetto “party-metal” di cui erano propugnatori gli hard rockers di Memphis.
Un peccato, giacché il disco (prodotto nientemeno che da Mike Clink) è una piccola bomba sonica attrezzata per deflagrare nei sensi degli estimatori di Aerosmith, Van Halen, Y&T, Tesla e Warrant (quelli più “duri”, in particolare …), a cui consiglio caldamente, qualora malauguratamente non l’avessero ancora fatto, di recuperare quanto prima il tempo perduto.
Dopo un breve, inevitabile, amarcord, torniamo velocemente al presente, perché della qualità dei nostri si è giustamente rammentata la sempre attentissima Frontiers Music, proponendo loro un rientro sulle scene a distanza di quasi trent’anni dall’uscita di quel sottovalutato primo album.
Il risultato è “Roxy Blue”, realizzato da quattro quinti della formazione originale (il solo Sid "Boogie" Fletcher, sostituito da Jeff Caughron, ha abbandonato il business della musica per dedicarsi a una proficua carriera di dentista …) e destinato a far “riflettere” chi aveva amato i suoni primigeni della band americana.
Il clima del nuovo lavoro è, infatti, più heavy e oscuro del suo predecessore e questo, se da un lato di primo acchito potrà destare qualche perplessità nei fans di “lungo corso”, dall’altro tende a scongiurare l’eventualità di un “ritorno” dettato esclusivamente dal mero e imperante “revivalismo” contemporaneo.
L’ascolto attento dell’opera, il sommo giudice di ogni disamina musicale, rivela che l’operazione di “indurimento” e di ammodernamento delle sonorità non ha compromesso le peculiarità espressive dei Roxy Blue, che oggi, complice anche la voce Corabi-ana di Todd Poole (non sempre impeccabile, a dire il vero …), sembrano voler agire sullo stesso terreno di “roba” alla The Dead Daisies, mescolando tanto vigore a una congrua dose di melodia.
Talvolta qualcosa non funziona in modo assolutamente convincente e la ricetta evidenzia qualche piccola forzatura (“Outta the blue”, “Til the well runs dry”, “Human race”, “What it's like”), ma ciononostante “Silver lining” è una ruggente opener, “Rockstar junkie” è un graffiante hard-blues per il terzo millennio e le inquiete “Scream” e “Overdrive” lambiscono con gusto le atmosfere del tanto “odiato” grunge.
Collide” inaugura, intridendolo di un pizzico di familiare “nostalgia”, il reparto “ballate” del programma, rimpinguato dalla gradevole “Blinders” e dalla sognante “How does it feel”, piuttosto intrigante sebbene “pericolosamente” al limite del kitsch.
Roxy Blue” ci riconsegna una formazione agguerrita, carica e forse anche un po’ “arrugginita” e non ancora del tutto assuefatta alle nuove intenzioni artistiche … considerazioni che tuttavia non mi dispensano da un classico e caloroso welcome back guys!
Recensione a cura di Marco Aimasso
Bella sorpresa

Non li conoscevo ... bella sorpresa di fine estate

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